Diocesi di Concordia-Pordenone – Commento Missionario al Vangelo di domenica 1 Maggio 2020

Nel deserto la saggezza

Lucia, una storia come migliaia, a 17 anni fugge da un nordest brasiliano poverissimo con il suo giovane compagno e già due figli. Non hanno nulla e come tanti vanno a vivere in una occupazione: una baracca fatta in parte di legno e in parte di stuoie.

La vita e la tenacia dei due giovani li portano per cammini che solo i poveri sanno percorrere fatti di lavoro e speranza a conquistarsi pian piano spazi migliori, una casa, un lavoro, l’incontro con il Vangelo che farà di queste persone uomini. Io incontro Lucia a letto, magrissima, a 50 anni messa alle strette da un tumore molto aggressivo.

In qualche momento perde la lucidità per le forti dosi di morfina che assume. Ma nei molti momenti di presenza è un sole. “Gesù mi ha fatto capire chi io sono. Non sapevo di essere persona,  io pensavo di essere  un “Bicho”, un animale”. Fino a poche settimane fa Lucia coordinava una delle cappelle della missione. Il suo cammino di incontro con la Parola e con Gesù era andato di pari passo col suo cammino di scoperta della propria umanità.

“Non sto chiedendo più a Dio di guarire, la malattia mi ha dato possibilità ricchissime di comprensione di me stessa e della vita, va bene così”. Qualche giorno prima di morire Lucia mi guarda negli occhi e mi dice “Ricordati: Dio è Buono, Dio è Papà, fidati di Lui”. Il deserto della malattia per Lucia è stato fecondo.

Per riflettere

Quale deserto vivo oppure ho vissuto nella mia vita? Quale deserto vedo attorno a me nel mondo?

Alla luce della parola cosa il Signore mi sta dicendo attraverso il deserto personale o quello che vedo nel mondo?

La Preghiera

Dal deserto a te grido, o Signore;
Dal deserto delle mie paure,
delle relazioni difficili,
delle insicurezze per il mio futuro,
per quello delle persone vicine.
Dal deserto che è la perdita
di una persona cara, di un lavoro,
della salute, di un amore.
Dal deserto che vedo negli occhi
di chi vive nelle periferie del mondo.
Dal deserto che avanza anche nella natura.
Io spero in te Signore che parli dal deserto,
che spieghi i misteri della vita,
mettendo a silenzio i rumori del mondo.
L’anima mia spera nella tua parola.
Attende risposte, consolazione,
senso e felicità.
Vieni Signore del deserto
e mostrami la fecondità di questo posto
apparentemente inospitale.
Dal deserto sale a te la mia voce Signore.
Mi manda il tuo Spirito Signore
e fammi percepire che la stai ascoltando
e che te ne stai prendendo cura.


Carissimo lettore, queste schede sono state pensate per te, con l’obiettivo di riflettere insieme, sulla missione di Gesù, a partire dai testi biblici che la quaresima ci offre. Gesù è il missionario per eccellenza, da lui e per lui nasce ogni azione e spinta missionaria, da lui nasce il desiderio che il suo Regno sia diffuso nel mondo, da lui nasce il desiderio di coinvolgerci tutti in questa opera di umanizzazione dell’uomo.
Questo strumento ci viene incontro per vivere, in modo semplice e diffusivo, una quaresima più missionaria. Lo potrai usare in modo personale ma anche in famiglia, creando momenti di preghiera con i tuoi cari.

Testi liberamente tratti dal sussidio missionario della Diocesi di Concordia-Pordenone

Letture della Domenica
I DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA

Prima Lettura

La creazione dei progenitori e il loro peccato.

Dal libro della Gènesi
Gen 2,7-9; 3,1-7

Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 50 (51)

R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.

Seconda Lettura

Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,12-19

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. Parola di Dio.

Forma breve:

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
5, 12.17-19

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Parola di Dio

Vangelo

Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 4, 1-11

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore

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