Commento alle letture di domenica 16 luglio 2017 – don Enzo Pacini

Il commento alle letture di domenica 16 luglio 2017 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere «La Dogaia» di Prato.

Siamo terreno adatto alla fecondità della Parola?

don Enzo Pacini

La liturgia di questa domenica ci propone, nel brano evangelico (Mt 13, 1-23), la lettura della celebre parabola del seminatore, che porta con sé la vivida descrizione di una scena semplice ed efficace per far cogliere il dinamismo e la forza della parola di Dio che si «impasta» con la terra, la imbeve e la fa fruttificare, quella terra che altri non è che l’essere umano con ciò che lo circonda, destinatario e partner di un dialogo che nasce da Dio, sorgente di ogni vita.

Da questo punto di vista la parabola è abbastanza chiara e comprensibile, inoltre vi è anche la spiegazione che Cristo stesso dà ai discepoli ma non tutto è così lineare. L’apparente semplicità di questo insegnamento, il riferimento a un mondo agricolo con le sue pratiche conosciutissimo al tempo di Cristo e non solo, quello che noi possiamo definire un esempio alla portata di tutti, provoca invece la domanda dei discepoli: «perché parli in parabole?».

Dov’è, potremmo dire noi, il problema? Quale esemplificazione più chiara di questa? Invece Cristo prende sul serio questa domanda e rincara la dose citando il profeta: «perché pur vedendo non vedono» (secondo Marco, addirittura, che «non vedano»). Il problema sta allora da un’altra parte. Forse nel nostro essere terreni dallo scarso valore, e in quel caso o cerchiamo di «concimarci» in qualche modo per migliorare la consistenza o altrimenti sono guai. Ma forse non è neppure questo, perché in tutti i «terreni» (eccezion fatta forse per il primo, ma lì il problema è principalmente l’intervento degli i uccelli del cielo) non c’è stato un ostacolo alla ricezione della parola, anzi addirittura ha messo radici, anche se poi è seccata o è stata soffocata.

Tutto si è giocato piuttosto nel rapporto con questa parola, con le forze che essa ha messo in moto, coi sentimenti, i progetti, le difficoltà e gli scandali. Ancora una volta il problema non è semplicemente essere un buon terreno, ma un terreno adatto a «quella» semente. Di più: lasciare che sia la semente a trasformare il terreno che la accoglie (cf. Is 55, 10-11; 1a lettura). Il giovane ricco era sicuramente un terreno buono ma non adatto a quell’annuncio che richiedeva un riassestamento totale (cf. Mt 19, 16-22). È singolare notare che fra quelli che «vedono e non comprendono» ci sono anche quelli che «avrebbero voluto vedere e non hanno visto», profeti e giusti che non per colpa loro ma per lo sfalsamento dei tempi non sono entrati in questa inaudita dialettica con Dio, la Parola donata che non è semplicemente la Bibbia e la Legge (che i profeti avrebbero tranquillamente accolto), ma la parola fatta carne, il Cristo di Dio. Del resto anche per loro, come già per il Battista che pur essendo il più grande è il più piccolo nel Regno (cf. Mt 11,11), occorre sottolineare la novità assoluta della Buona Notizia.

Anche nella seconda lettura di oggi (Rm 8, 18-23) ritroviamo un annuncio simile: occorre una certa fatica per entrare in una dimensione nuova e diversa, simile al parto di un bimbo, che ci chiede di riconsiderare tutti nostri schemi, le interpretazioni, gli impianti della nostra esistenza; fatica che per certi versi è assolutamente naturale, perché esprime una vitalità presente nel grembo del mondo: Cristo, che è tutto in tutti (cf. Col 3,11), di fronte al quale terreni «teoricamente» buoni e «teoricamente» cattivi, sono chiamati a riconoscersi bisognosi di sviluppare una sintonia nuova e profonda con questa fecondità della Parola che viene.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 16 luglio 2017 anche qui.

XV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 13, 1-23
Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16 – 22 Luglio 2017
  • Tempo Ordinario XV, Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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