Commento alle letture di domenica 15 Settembre 2019 per bambini – ElleDiCi

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Commento alle letture di domenica e spunti di riflessione dedicati ai catechisti o ai sacerdoti per impostare l’omelia per la messa con i bambini.

PRIMA LETTURA (Esodo 32,7-11.13-14)

Mentre il Signore consegna a Mosè le tavole della Legge per l’alleanza, il popolo si perverte facendosi un vitello d’oro da adorare. Lo sdegno di Dio è calmato da una preghiera di Mosè, che ricorda al Signore le promesse fatte ai patriarchi e la fedeltà del suo amore per il popolo che lui stesso ha scelto.

Capire le parole

  • Il tuo popolo si è pervertito. Significa che appena ricevuti i Comandamenti, gli israeliti hanno iniziato a scambiare il bene con il male e il male con il bene. Ad esempio, da “Non ti raffigurerai il tuo Dio con immagini di idoli”, a “Facciamoci un idolo da adorare”.
  • Un popolo dalla dura cervìce. Espressione equivalente a “Un popolo dalla testa dura, un popolo di testardi”.
  • Il Signore si pentì del male che aveva minacciato. La Scrittura con linguaggio fin troppo umano parla di Dio che “si pente”. In realtà si vuole mettere in luce il grande potere della preghiera di intercessione di Mosè, che muove a compassione il cuore stesso di Dio.

SECONDA LETTURA (1 Timoteo 1,12-17)

L’apostolo Paolo presenta se stesso come prova vivente dell’infinita misericordia di Dio che lo ha trasformato da persecutore ad annunciatore del Vangelo. Per questo tutti i peccatori possono avere piena fiducia nella volontà di Dio che vuole salvare tutti.

Capire le parole

  • Un bestemmiatore, un persecutore e un violento. San Paolo parla apertamente del suo modo di essere e di vivere prima dell’incontro con Gesù che ne ha suscitato la conversione.
  • Agivo per ignoranza, lontano dalla fede. San Paolo testimoniando la sua esperienza, descrive con poche ma efficaci parole la situazione di tanti – anche cristiani per battesimo ricevuto, ma non ancora per maturità di fede – che ancora non sono stati efficacemente raggiunti dalla Parola e dalla Persona di Gesù. Da qui l’impegno costante di tutta la chiesa di far conoscere Cristo e di favorire l’incontro con Lui.

VANGELO (Luca 15,1-32)

Le parabole della misericordia sono rivolte ai farisei che criticano il comportamento di Gesù verso i peccatori. Essi devono cambiare il loro modo di pensare e rappresentare Dio, che non vuole premiare i giusti e punire i peccatori, ma vuole salvare tutti.

Capire le parole

  • I farisei e gli scribi mormoravano. La mormorazione è l’atteggiamento di chi non ascolta l’altro per conoscerlo meglio e in modo veritiero, ma di chi osserva per metterne in luce il negativo e i difetti.
  • Un solo peccatore che si converte. Questa bella espressione ci fa capire che mentre l’uomo guarda gli altri e giudica in base al vestito, alla bellezza, all’apparenza, agli odori, alla pulizia, ecc., Dio guarda all’anima e all’unicità della persona.

PER RIASSUMERE…

Tre parabole, che in realtà sono una sola, per dire che Dio è un Padre misericordioso e che Gesù è il volto visibile del suo amore che salva. Di fronte a questa pagina la Chiesa intera, ogni comunità e ciascun cristiano sono invitati a chiedersi fino a che punto sono per i peccatori il volto visibile dell’amore misericordioso del Padre e di Gesù.

Fonte (e molto altro materiale) sul sito elledici.org

Letture della
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Il Signore si penti del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Dal libro dell’Esòdo
Es 32,7-11.13-14

 
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».
 
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
 
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».
 
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 50 (51)

R. Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
 
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.
 
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.

Seconda Lettura

Cristo è venuto per salvare i peccatori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 1,12-17

 
Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
 
Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
 
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15, 1-32
 

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
 
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
 
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
 
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
 
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
 
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore

Oppure forma breve: Lc 15,1-10