Commento alle letture del 5 Agosto 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 5 agosto 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

IO SONO IL PANE DELLA VITA

Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35

Gesù è la verità eterna fattasi verità incarnata. È la luce divina che si è fatta luce umana. In ogni suo dialogo mai dimentica qual è la sua missione, mai la nasconde, mai vi gira attorno, mai la vive in modo parziale, mai si disconnette da essa, mai in un luogo vive da Verbo Incarnato e in un altro solo da amico, o fratello, o compagno, o semplicemente da uomo che parla ad altri uomini e insieme cercano vie di bene. È Lui il bene eterno e sempre propone se stesso senza alcuna tergiversazione. Mai a Lui il Padre potrà rivolgere il rimprovero di essere stato omissivo, mai parziale, mai tollerante, mai confusionario, mai svestito del suo mandato. Sempre Lui ha operato dalla pienezza della verità per condurre alla pienezza di essa. Pieno di Spirito Santo, da Lui era quotidianamente mosso perché dicesse e facesse solo quanto il Padre gli chiedeva. Questa sua verità è il sigillo che nel Vangelo secondo Giovanni Gesù stesso pone su tutta la sua vita pubblica. Niente in Lui è stato da Lui. Tutto è stato dal Padre.

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Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me» (Gv 12,44-50).

Gesù sa perché Lui è cercato: perché dia loro altro pane. Questo è quasi sempre il motivo per il quale l’uomo cerca il Signore: per qualche grazia per il corpo. Lui fin da subito rivela ai Giudei che cercarlo per un pane che perisce non ha alcun senso. Lui può dare e dona molto di più. Lui può dare e dona un pane che dura per la vita eterna. Il pane che essi hanno mangiato è solo un segno, una pallida figura. Non vi è neanche alcun paragone con il pane dato da Mosè nel deserto. Il pane di Dio che dona la vita al mondo non è fatto di materia. È una persona. Il pane della vita è Gesù stesso. Questo pane si può mangiare solo con la fede in Cristo Gesù. Si accoglie Lui, si crede in Lui, si riceve Lui come vero pane? Non si avrà più fame. Si crede in Lui? Non si avrà più sete.

Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

La metodologia di Gesù deve essere vissuta da ogni suo discepolo. Gesù, vero discepolo del Padre, la visse in modo perfetto, perché sempre nello Spirito Santo. Anche il cristiano, se vuole vivere come Gesù Signore ogni suo dialogo con gli uomini, deve essere nello Spirito Santo e da Lui mosso, altrimenti il dialogo è sterile e vano.

Madre del Signore, Angeli, Santi, fate che siamo veri imitatori di Cristo Gesù.

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