Commento alle letture del 27 Luglio 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 27 Luglio 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

ASCOLTATE LA PARABOLA DEL SEMINATORE

Ger 3,14-17; C Ger 31,10-13; Mt 13,18-23

Quando il Signore ha creato l’uomo sulla terra, gli ha detto anche di vivere da uomo. Lui è ad immagine e a somiglianza del suo Dio e la sua vita è dalla sua volontà.  Non c’è determinismo dell’uomo. C’è invece una vita che va vissuta con sapienza e intelligenza per accogliere il bene e rifiutare il male. Bene e male che non sono definiti dall’uomo, ma indicati con parole inequivocabili dal suo Signore, Creatore, Dio. Se l’uomo viene privato di questa responsabilità, non è più uomo.  Oggi la società è tutta impegnata a costruire non uomini. Anche molti teologi sono ormai ingegneri specializzati nella progettazione e costruzione del non uomo. È non uomo chi si priva della sua responsabilità. È costruttore di non uomini chi annulla la loro responsabilità.

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Il Signore creò l’uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l’uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo. Le loro vie sono sempre davanti a lui, non restano nascoste ai suoi occhi. Fin dalla giovinezza le loro vie vanno verso il male, e non sanno cambiare i loro cuori di pietra in cuori di carne. Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole, e i suoi occhi scrutano sempre la loro condotta. A lui non sono nascoste le loro ingiustizie, tutti i loro peccati sono davanti al Signore. Ma il Signore è buono e conosce le sue creature, non le distrugge né le abbandona, ma le risparmia La beneficenza di un uomo è per lui come un sigillo e il bene fatto lo custodisce come la pupilla, concedendo conversione ai suoi figli e alle sue figlie. Alla fine si leverà e renderà loro la ricompensa, riverserà sul loro capo il contraccambio. Ma a chi si pente egli offre il ritorno, conforta quelli che hanno perduto la speranza. Ritorna al Signore e abbandona il peccato, prega davanti a lui e riduci gli ostacoli. Volgiti all’Altissimo e allontanati dall’ingiustizia; egli infatti ti condurrà dalle tenebre alla luce della salvezza Devi odiare fortemente ciò che lui detesta. Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui! (Cfr. Sir 17,1-32).

Il seminatore sparge il suo seme in ogni cuore. È responsabilità dell’uomo accoglierlo e farlo fruttificare. È responsabile chi non dona il seme. È responsabile chi non lo porta a fruttificazione. Oggi è questa verità dell’uomo che è stata annullata, cancellata.

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Nulla è più urgente oggi all’uomo di una sana, vera, corretta antropologia. Cosa impossibile se manca di una sana, vera, corretta cristologia, teologia, escatologia. L’uomo è uomo perché responsabile della sua vita e della sua morte eterna.

Madre Purissima, Angeli, Santi, aiutateci ad accogliere la Parola con cuore puro.

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