Commento al Vangelo di domenica 17 aprile 2016 – Azione Cattolica

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Con l’affermazione «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco e mi seguono» Gesù definisce chi è il vero discepolo: colui che ascolta la sua voce e lo segue. E chi segue ed è fedele a Gesù riceve subito la vita eterna, anche se ancora si trova in cammino verso la pienezza.
Pensiamo che tutto ciò sia utopia? Che sia illusione?
Come veri discepoli di Gesù, tutti noi siamo chiamati ad essere pecore fedeli nell’ascoltare e seguire Cristo ed essere “pastori buoni” impegnati al servizio degli altri, a promuovere in loro il bene e trasmettere la gioia. Solo così possiamo diventare testimonianza viva di un “mondo nuovo”. Quindi né utopia né illusione, ma immersi concretamente nella realtà della vita di tutti i giorni dove la parola di Dio ci invita a riconoscere qual è il ruolo di noi battezzati: costruire un mondo futuro rinnovato.
È interessante il rapporto che esiste tra il pastore e le pecore: è sotto il segno della fedeltà. È il pastore-Cristo che garantisce la vita eterna di tutti coloro che lo seguono e vivono la propria quotidianità nella logica del Vangelo. La vita eterna non è quella dopo la morte, ma la vita in pienezza a cominciare dall’oggi che ora viviamo, fino alla comunione realizzata in Dio.
Il Vangelo di quest’oggi parla di noi e delle nostre preoccupazioni, del nostro bisogno di essere protetti e della certezza che Dio accompagna sempre il nostro impegno quotidiano. Nelle vicissitudini della vita ci ricordiamo che «nessuno ci può strappare dalla sua mano».
Questi pochi versetti ci parlano anche del singolare rapporto di unità che Gesù vive con il Padre. Ascoltando la sua Parola e vivendo i suoi sentimenti (Fil 2,5), entriamo anche noi nel circuito d’amore che si espande dalla Trinità. Cosicché sarà logico impegnarci per la fraternità e la giustizia nel nostro contesto sociale.
Questo brano ci parla poi dell’ascolto della sua Parola. È la prima caratteristica del discepolo di Gesù. Allora non ci possiamo accontentare dell’ascolto domenicale, spesso frettoloso e superficiale. Neppure possiamo sempre dipendere dalla spiegazione di qualche presunto “esperto”. Ad ogni cristiano è donato lo Spirito perché, nella lettura della Bibbia, trovi la luce per discernere la presenza di Dio nella vita di ogni giorno.
Invochiamo Dio Padre perché faccia il nostro orecchio attento alla sua voce e ci renda capaci di seguire sempre la via che ci ha tracciato in Cristo.

O Signore Gesù, tu sei il nostro pastore e la nostra guida
e noi vogliamo seguirti.
Desideriamo pregarti oggi per i fratelli
che tu hai costituito nostri pastori
che possano camminare davanti al popolo
per insegnarci la strada.
Che possano camminare anche in mezzo al popolo
per accompagnare il più deboli.
Ma, soprattutto,
che qualche volta sappiano mettersi dietro al popolo,
perché abbiano occhi per vedere la realtà della vita di quelli
che camminano davanti
e imparino a seguire il popolo di Dio
che ha intuizioni di nuove strade da percorrere.
Ogni giorno dona la luce dello Spirito
e la gioia del vangelo ai nostri pastori.

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IV Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 10, 27-30
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 – 23 Aprile 2016
  • Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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