Commento al Vangelo di martedì 1 novembre 2016 – mons. Giuseppe Mani

La festa di tutti i santi ci apre alla visione dei nostri fratelli che “ci hanno preceduto nel segno della fede” ed hanno realizzato il progetto che Dio aveva su di loro al momento della creazione. E’ la festa delle persone riuscite nella vita, non dei falliti. Ovviamente secondo Dio.

Quest’anno la festa dei Santi acquista un significato particolare perché stiamo celebrando l’anno santo per ricordare che cinquanta anni fa si concludeva il Concilio Vaticano II la cui idea principale e unificante fu la “vocazione universale alla santità”, che cioè ogni uomo è chiamato alla perfezione della carità a qualsiasi condizione sociale appartenga. Fu una vera novità perché fino a quel momento la perfezione della carità, cioè la santità era riconosciuta ai martiri, ai monaci, ai frati e ai religiosi mentre il Concilio ha proclamato che tutti anche i sacerdoti secolari e addirittura gli sposati possono raggiungere la santità. La santità è una meta per tutti, addirittura la ragione della vita di ciascuno.

San Paolo lo dice con chiarezza in una meravigliosa preghiera della lettera agli Efesini. “Benedetto sia Dio, Padre del Signore Nostro Gesù Cristo che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In Lui ci ha scelti per trovarci al suo cospetto Santi e immacolati nell’amore. Ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo. “ (Ef 1,3-10) Ogni uomo è quindi benedetto, scelto e predestinato ad essere immagine di Gesù Cristo, quindi santo.

E ogni persona raggiungerà la sua perfezione, si realizzerà pienamente soltanto se realizzerà quell’immagine che Dio aveva davanti quando l’ha creata: l’immagine di Gesù Cristo. Tutta la vita terrena è orientata a realizzare quest’immagine che solo quando arriveremo alla meta dei paradiso avrà la sua pienezza a contatto diretto col Creatore che integrerà nell’amore quello che manca. Per questo Ignazio d’Antiochia scriveva “Quando sarò lassù sarò veramente uomo”.

In questa festa , che è anche la nostra, facciamoci prendere da una legittima curiosità: come mi ha pensato Dio quando mi ha creato? Prova ad immaginarti santo. Come saresti? Gesù, giunto alla fine della sua vita terrena prega il Padre così “Ora Padre, glorificami con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse”. Facciamo nostra questa preghiera di Gesù e chiediamo al Padre di rivelarci di quale gloria ci ha illuminati prima ancora che il mondo fosse e mi ha pensato perché nel mondo avessi un posto e un ruolo determinante che posso pienamente svolgere soltanto se raggiungerò quella pienezza dell’amore con cui mi ha creato…

Vangelo

Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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