Commento al Vangelo di domenica 9 Settembre 2018 – mons. Giuseppe Mani

La prima lettura di questa domenica parla della vendetta di Dio. “Ecco il vostro Dio: giunge la vendetta!”. Nutriti come siamo del messaggio di Cristo l’affermazione di Isaia ci stupisce non poco anche se non è raro sentir parlare di un Dio vendicativo da certi profeti di sventura. Come è possibile attribuire a Dio un sentimento così orribile come la vendetta? Si pensa ad una metafora. Ma questa vendetta non è come quella degli uomini, non assomiglia alla nostra.

Basta continuare a leggere “Egli viene a salvarvi”. La “vendetta di Dio non si esercita sugli altri, consiste semplicemente nel salvare i suoi. Questa promessa della venuta di Dio a salvare i suoi attraversa come un filo rosso tutta la Bibbia: “Egli viene con potenza, porta con se il premio” E’ un vero leitmotiv: “Dite alla Figlia di Sion: ecco viene la tua salvezza.

La Bibbia ha coscienza che il peccato dell’uomo crea una divisione: divisione uomo-donna (Gen. 3), divisione mortale tra l’uomo e l’uomo (Gen. 4) ,divisione dell’uomo con la natura (Gen.3). Tutti i conflitti, tutte le malattie, tutte le oppressioni, tutti i cataclismi naturali compresa la siccità, sono messi in conto alle divisioni dell’uomo con tutto ciò che gli sta intorno e con Dio. I profeti annunciano il “tempo di Yahveh” quando Dio prenderà la parte dell’uomo offeso e dichiarerà la guerra alla guerra, alle divisioni omicide. Ecco la vendetta di Dio.

La vittoria di Dio. Il tempo della vendetta riconcilierà l’uomo con Dio, con i suoi simili, con la natura. Sarà dunque una vittoria dell’uomo. Paolo spiega che nella resurrezione Cristo sottomette tutte le cose e mette fine a tutte le divisioni. Questa non è soltanto una vittoria dell’uomo ma anche una vittoria di Dio. Dio infatti è, in affetti, leso dal male dell’uomo. Il male infatti rovina la sua immagine nella creazione. Per questo Dio è impegnato a creare continuamente. La via era stata chiusa, l’amore non risplendeva più. La venuta del regno di Dio è la presa di potere di Dio su tutto il suo contrario. La causa di Dio e la causa dell’uomo sono la stessa cosa. Il nemico è comune.

Il vangelo di oggi ci mette alla presenza di un uomo sordo muto. Questa malattia chiude l’uomo in sè stesso. Lo priva della comunicazione con gli altri ma è evidente che la Scrittura insiste sulla privazione del contatto dell’uomo con Dio. In realtà quest’uomo non comunica perché non è più in contatto con la parola creatrice. E’ sordo alla parola e per questo è muto. Il mutismo è l’impotenza di uscire da sè stesso per andare verso gli altri e attraverso gli altri tornare a Dio. Son bloccate l’entrata e l’uscita.

Il miracolo di Gesù avviene in pieno territorio pagano dove il mutismo e la sordità sono evidenti. Israele ha ricevuto la Parole e parla con Dio e Dio quando vuol condurre Israele lo fa parlandoci “Ascolta Israele..”. Il miracolo di Gesù è un segno della Pasqua attraverso la quale i pagani entrano nell’eredità di Israele, ogni uomo riceverà lo Spirito per parlare e comunicare con gli altri e con Dio.

Questa è la “vendetta” di Dio. La sua venuta tra di noi. Si rivela tutt’altro di come ce la aspettavamo. E’ Dio non un uomo! La sua capacità di sorprenderci è illimitata. Saremo capaci di trarre una lezione per noi stessi? Saremo capaci di sorprendere gli altri e, magari noi stessi smentendo i clichès più o meno amabili in cui siamo ingessati e mostrandoci più generosi di quanto crediamo di poter essere? Per far questo ci vuole molta perseveranza ma anche un po’ di… immaginazione. In ogni caso perché non provarci?

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.giuseppemani.it

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