Commento al Vangelo di domenica 8 Settembre 2019 – mons. Giuseppe Mani

“Gran folla seguiva Gesù” ma per quale strada? Quella di Gerusalemme dove Cristo va per essere crocifisso. La folla lo segue nell’incoscienza di ciò che si trama; vogliono seguirlo finche non fa male. Gesù vuol chiarire le cose perché la gente è nell’illusione su ciò che significa essere suo “discepolo”. Il testo è sconcertante e non soltanto per le esigenze che manifesta: riguarda i legami naturali della famiglia ma anche tutti i beni. Riascoltando il vangelo di domenica scorsa Gesù ci parla delle tre grandi passioni dell’uomo: il poter, l’avere e il sesso (in senso largo, le relazioni familiari).

Il potere, il sesso e il denaro.

Non si può vivere senza esercitare un potere sugli altri esseri (Il problema è di fare di questo potere un servizio). Non si può vivere senza possedere. Non si può vivere senza amare. Necessità fondamentali che strutturano l’esistenza umana. E’ all’interno di esse che noi possiamo diventare discepoli di Cristo. Ma possono essere vissute in maniera da cambiarne completamente il senso. Il loro senso è l’amore, la creazione dell’altro. Esse diventano strumento di asservimento, di espropriazione di alienazione. Questo è ciò che si chiama peccato. La sorgente ne è in fondo una specie di paura, un dubbio profondo dinanzi a me stesso e , in ultima analisi, di Dio. Questa mancanza ci porta a cercarci delle assicurazioni a garantirci possedendo. In tutte queste situazioni il rimedio è la fede: aver fiducia in Dio, nella vita e in se stessi. “Essere salvati per mezzo della sapienza” (1lettura)

Il rimedio. Bisogna veder bene come funziona il rimedio. In effetti opera una mutazione. Il potere può diventare amore, la potenza creazione. Ugualmente le relazioni umane (padre, madre, marito e moglie) rischiano il possesso e espropriazione per divenire promozione dell’altro e i beni posseduti strumento del servizio. Questo non avviene per uno sforzo morale ma per un attaccamento a Cristo, una nuova relazione con Lui. Seguire Cristo, in tutte le relazioni umane, in ogni possesso dei beni e in ogni esercizio di potere cercare l’altro. E questo passa per una morte: la morte a tutte le sufficienze, a tutte le invidie, ad ogni volontà di appropriazione. Noi siamo in cammino verso Gerusalemme.

“Se qualcuno”

Se qualcuno viene a me, se vuol percorrere la mia strada…. I “se” di Gesù non sono la parola meno sconcertante di questo vangelo. Saremmo tentati in effetti di mettere tutto all’imperativo: “Cambiate ottica, seguite Cristo, rinunciate ai vostri egoismi, ai vostri orgogli”. Gesù non utilizza questo linguaggio. Il cammino che ci propone è il solo cammino della vita: non simo obbligati ad ingaggiarci: è lasciato alla nostra scelta. Senza questo non saremmo uomini liberi. Le parabole ci dicono di riflettere bene prima di metterci in cammino. Come per il giovane ricco, tutto dipende dal “Se tu vuoi”

Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani

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Letture della
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza
Sap 9, 13-18
 

Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
 
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
 
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
 
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
 
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 89 (90)

R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
 
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.
 
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
 
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.

Seconda Lettura

Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filèmone
Fm 9b-10.12-17

 
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
 
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
 
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore

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