Commento al Vangelo di domenica 8 Marzo 2020 (Mt 17, 1-9) – Paolo Curtaz

Il commento al Vangelo di domenica 8 marzo 2020 – Anno A, a cura di Paolo Curtaz. Qui di seguito il testo ed il video.

Alzatevi, non temete

Vattene, vai via, muoviti, aria.

Smettila di restare inchiodato al passato.

E di piangerti addosso. Non fare la vittima.

Non aspettare che siano gli altri a risolvere i tuoi problemi.

Abramo è un uomo vissuto quando riceve questa chiamata interiore.

È morto suo padre, e suo fratello, si è fatto carico di Lot, suo nipote.

E non ha figli. Game over, la sua vita è finita, le carte che aveva sono state giocate. Ed è esattamente in quel momento in cui non ci si aspetta più nulla che Dio interviene.

Irrompe. Scuote. Smuove. E parla al suo cuore.

Leck leckà! Vai a te stesso!

È il movimento della quaresima, del deserto in cui scegliamo di entrare, in compagnia del Maestro e Signore, per non prendere scorciatoie, come hanno fatto Adamo ed Eva. Per imparare a scegliere, a discernere, a riconoscere l’opera del divisore, il diabolos, nelle nostre vite. E sconfiggerla.

Decidere, infine, scegliere smettendo di farsi scegliere, di farsi portare, di farsi trascinare, guardando alla nostra vita con la Parola come criterio di discernimento.

Decidere, infine, che persone essere. Che uomini e donne diventare.

Non è uno sforzo da compiere, ricorda Paolo al suo discepolo Timoteo, un’impresa titanica, un moto della volontà, ma è l’iniziativa di Dio che bussa alla nostra porta.

Abramo avrebbe potuto di obiettare di essere troppo vecchio, o di non avere sufficienti indicazioni per mettersi in viaggio, o di essere demotivato e stanco.

Come facciamo noi.

Invece ascolta, e va.

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Sempre lui

Salgono sul monte, su un alto monte.

In realtà è una collina ma l’amore rende tutto immenso.

Sono presi in disparte, siamo presi in disparte, perché il Signore vuole condividere con noi la gloria di cui è intrisa la vita. L’amore ama di poter amare, di condividere la sua gioia.

E lì, sul monte, Gesù viene trasfigurato. Svela la sua profonda natura, la sua vera identità.

Non si toglie il vestito dozzinale sotto cui si nasconde Superman, no.

È lo sguardo dei discepoli che cambia. Perché la bellezza, come l’innamoramento, come la fede, sta nel nostro modo di vedere. Quando sono innamorato trovo il mio amato il più bello fra tutti. Quando amo una disciplina sportiva sono disposto a sudare e a faticare per praticarla. Quando riesco a orientare la mia mente verso le mie emozioni, colgo la bellezza abbagliante di un paesaggio.

Molte cose concorrono nella bellezza. Una fra queste, certamente, è lo sguardo interiore capace di cogliere la verità, l’armonia, la pienezza in un oggetto, in un paesaggio, in una persona.

Possiamo stare con Gesù tutta la vita, e frequentarlo, e credere, e seguirlo.

Ma fino a quando il nostro sguardo interiore non si arrende alla sua bellezza, non ne saremo mai definitivamente segnati.

Sinai

Accade come sul Sinai, quando Dio si manifesta a Mosè in tutta la sua gloria: le nubi, i fulmini, la voce, l’ombra, la paura. Paura che deriva dall’intensità della bellezza, dall’insopportabilità della visione interiore.

Mosè e Elia conversano con Gesù: la Legge e i Profeti si inchinano al rivelatore del Padre.

Pietro viene travolto: la bellezza gli ha colmato il cuore.

Di quanta bellezza abbiamo bisogno per affrontare la parte faticosa del deserto! Quanto dobbiamo fare memoria per trovare il coraggio di partire in viaggio verso l’ignoto!

Il Dio bellissimo, misterioso e presente, rispettoso dei nostri tempi, seducente e libero, ci spinge a partire, a salire, a crescere.

Ad abbandonare la pianura della mediocrità, dove lo smog delle parole e dei pensieri violenti ci appesta e ammorba l’aria. E a salire, staccarci, andare.

È bello per noi

Se riusciamo a fare argine, se prendiamo sul serio questo viaggio interiore, se riusciamo ad abbandonare le nostre resistenze e a cedere al corteggiamento di Dio, facciamo esperienza della sua immensa bellezza.

Là dove bellezza, verità e bontà si sommano.

Attimi in cui si svela la realtà, si toglie il velo che ci impedisce di vedere e di capire.

È bellissimo credere. Bellissimo essere cristiani. Bellissimo scoprire di essere amato e di amare.

Perciò sono discepolo: è la cosa più bella che sia accaduta nella mia vita.

Sul Tabor scopriamo di essere amati nel Figlio.

Gesù è l’amato. E solo l’amore cambia, converte, mette le ali.

I discepoli precipitano in terra, tanto potente è la gloria e la bellezza. Cedono, si arrendono.

In Cristo glorioso scoprono anch’essi di essere amati.

Alzatevi non temete

La trasfigurazione, la metamorfosi, il cambiamento ora si interrompe.

Come sa bene la Bibbia, la bellezza Dio si può accogliere solo in piccole dosi.

La nostra vita diventa allora un allenamento alla gioia, la preparazione atletica all’infinito.

E Gesù incoraggia i suoi: alzatevi, non temete.

Alzati, fratello. Alzati, sorella.

Sappiti amato. Cosa mai ti può spaventare se Dio è così vicino, accessibile, benevolo?

Si torna nella pianura, allora, ma con il cuore segnato, ferito di bellezza, con il volto trasfigurato come Mosè quando scendeva dal monte dopo avere incontrato il suo Dio.

 

Ci sarà un tempo di fatica e di morte, certo.

Un tempo necessario, in cui il chicco deve marcire nella terra per portare frutto.

Gesù lo sa. I discepoli ancora lo ignorano.

Ma quel Tabor illumina il Golgota.

Quel Tabor è la destinazione del nostro pellegrinare.

Di questa quaresima, sì. Ma soprattutto è la meta della nostra vita.


Letture della Domenica
II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA

Prima Lettura

Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi
Gen 12,1-4a

In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 32 (33)

R. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.

Seconda Lettura

Dio ci chiama e ci illumina.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,8b-10

Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Vangelo

Il suo volto brillò come il sole

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17, 1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Parola del Signore

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