Commento al Vangelo di domenica 5 Settembre 2021 – p. Alessandro Cortesi op

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p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.

“Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto…”

L’annuncio di Isaia è promessa paradossale: è invito a guardare una situazione nuova umanamente impensabile. Le immagini rinviano ad un tempo nuovo, che vedrà la fine ad ogni male e sofferenza ed apre orizzonti di vita. Un invito rivolto agli oppressi e piegati dal dolore. Non è esito di uno sforzo umano ma dono di Dio che fa sorgere l’inatteso e l’inimmaginabile. La natura tutta ne è trasformata, il deserto si trasformerà in giardino, il suolo riarso si muterà in sorgenti d’acqua, fuggiranno tristezza e pianto e regneranno gioia e felicità. Non si tratta di una favola per far dimenticare la durezza del presente, ma è indicazone di apertura ad un orizzonte di speranza, nella relazione con Dio che ‘viene a salvare’. Le immagini mirano a descrivere la salvezza frutto di un dono di presenza del Dio che libera e salva, un invito rivolto agli smarriti di cuore.

Marco presenta l’episodio della guarigione di un sordomuto per opera di Gesù che nel suo agire porta a compimento le promesse dei profeti.

L’incontro avviene nel Nord della Galilea, un territorio pagano: Gesù compie gesti di bene oltre i confini d’Israele, aprendo orizzonti nuovi. In questa guarigione emergono vari particolare del suo agire: il suo toccare le orecchie, la lingua, il suo guardare al cielo, il suo sospiro, quasi un gemito di sofferenza e compassione culminano nella parola ‘Effata’ cioè ‘apriti’. Marco sottolinea l’apertura che avviene subito. Gli orecchi odono si scioglie la lingua “e parlava correttamente”. Quel sordomuto passa da un’esistenza legata e impedita ad una posssibilità nuova di incontro e relazione.

I gesti di Gesù nell’incontrare quest’uomo segnato dall’impossibilità di comunicare e che per questo era tenuto lontano e emarginato mirano ad una apertura che diviene riconsegna alla relazione. Nel rapporto con Gesù si attua un recupero di umanità, un’apertura della vita. Ascolto e parola costituiscono elementi essenziali del vivere umano. Marco sottolinea anche che Gesù agisce lontano dalla folla che è spesso ostacolo ad un incontro autentico e personale.

Questa pagina guida a scorgere Gesù, come messia che fa udire i sordi e parlare i muti, compiendo le promesse dei profeti. Con lui ha inizio un modo nuovo di vivere. Ma anche in quest’incontro emerge l’identità di ogni discepolo, che riceve un dono di apertura, ad ascoltare, a rapportarsi con la parola agli altri passare dalla chiusura del silenzio e dell’emarginazione ad una relazione che compie le attese della vita.

Alessandro Cortesi op