Commento al Vangelo di domenica 28 Luglio 2019 – Ileana Mortari (Teologa)

Uno dei discepoli disse: “Signore, insegnaci a pregare!”

Nel cap.13 di Luca abbiamo la più ricca e profonda catechesi sulla preghiera dei quattro evangeli.

I discepoli del Nazareno dovevano essere stati profondamente impressionati dalla frequenza e dal modo in cui Gesù pregava, sempre nei momenti cruciali e prima di scelte importanti, come la costituzione dei Dodici o la ferma decisione di dirigersi verso Gerusalemme; avevano intuito che la fonte segreta della sua straordinaria lucidità e libertà era da ricercare nella sua capacità di stare davanti a Dio in un rapporto unico e singolare. Così, desiderosi di avere anch’essi una formula di preghiera che li caratterizzasse come seguaci del Nazareno e li distinguesse dagli altri gruppi religiosi del tempo (farisei, sadducei, esseni e battisti), gli chiedono di insegnare loro a pregare.

La risposta del Maestro è costituita dalla splendida preghiera del “Padre nostro”, che Tertulliano ha definito “il compendio di tutto il vangelo”. In effetti questo testo, che è il culmine dell’orazione cristiana, è la sintesi dell’insegnamento di Gesù, riporta i suoi pensieri e le sue idee; è un po’ il suo “testamento spirituale”, estremamente sobrio (la redazione di Luca è anche più breve di quella di Matteo e probabilmente più vicina alla forma originaria pronunciata dal Signore), ma di una straordinaria profondità.

Cinque sono le richieste, due riguardanti Dio e tre l’uomo. Nella prima il verbo è al passivo; si tratta del cosiddetto “passivo teologico o divino”, un modo di esprimersi abituale nella Bibbia che evitava il più possibile di nominare Dio e nello stesso tempo ne sottolineava la presenza e l’azione misteriosa nella storia, specie nei confronti dell’uomo.

Così la prima invocazione che il cristiano rivolge a Dio è che Egli stesso santifichi il Suo nome. Poiché nella cultura semitica il “nome” è sinonimo di colui che lo porta, si chiede a Dio di rivelare in pienezza la Sua persona, di farsi conoscere agli uomini come il Santo, l’unico Signore trascendente. E Dio si fa conoscere anzitutto nell’amore. “Io ho fatto conoscere il tuo nome – dice Gesù – e io lo farò conoscere ancora affinché l’amore con il quale tu mi hai amato sia in essi” (Giov.17, 26).

Anche la seconda richiesta è incentrata sulla manifestazione del Padre attraverso la venuta del suo Regno e anche qui ci troviamo al cuore della predicazione di Gesù, che ha per oggetto soprattutto tale annuncio; questo Egli aveva detto nel suo discorso programmatico tenuto alla sinagoga di Nazareth (Luca 4, 16-21); e questo aveva ripetuto nel “discorso della pianura”: “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” (Luca 6,20).

Ora, che cos’è il regno di Dio e come viene? Esso è una realtà misteriosa, che nel vangelo è descritta soprattutto attraverso il linguaggio parabolico e che in sostanza coincide con la presenza e l’azione salvifica di Dio in mezzo agli uomini, con il suo amore misericordioso e universale, manifestato dal Figlio. Gesù infatti ha guardato gli uomini con lo stesso sguardo di Dio, cogliendo in ogni fratello – giusto o peccatore, giudeo o straniero – la sua verità, che è quella di essere figlio di Dio, immensamente amato dal Padre. Allora “venga il tuo regno” vuol dire guardare gli uomini in questo stesso modo, aiutare a capire che ogni essere umano è amato da Dio e ai Suoi occhi conta come tutti gli altri, qualsiasi cosa abbia fatto e in qualsiasi posizione si trovi.

Le prime due sono dunque davvero la richieste fondamentali, che già contengono in “nuce” la risposta alle altre tre, relative alla condizione umana. Infatti il perno di tutto il discorso (ma così difficile per noi da capire e vivere!) è proprio questo: “cercare anzitutto il Regno”, cioè incontrare il Padre e lasciarsi amare da Lui, perché tutto il resto “sarà dato in aggiunta”, visto che “il Padre sa bene di che cosa avete bisogno”, come dice ancora Gesù nel capitolo successivo.

Ma allora la caratteristica principale della preghiera che il Maestro insegna ai suoi discepoli è una sconfinata fiducia in Dio: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”(v.9), dove ritroviamo ancora il passivo teologico, che denota l’azione di Dio.

Per la verità tutto questo sembra clamorosamente smentito da un’obiezione abbastanza frequente: “Ho pregato tanto Dio, ma Lui non mi ha ascoltato!” Il fatto è che noi, come figli ancora piccoli, spesso e volentieri confondiamo quello che per noi è un male con un bene, e per di più molto desiderato. Ma come il padre, nel suo amore per il figlio, sa che cosa dargli al di là delle sue richieste, e si guarda bene dal fornirgli cose che lo ingannino o lo danneggino (come sarebbe una serpe al posto di un pesce), esattamente allo stesso modo fa con noi il Padre celeste. E quando finalmente noi stessi ci accorgiamo di aver magari chiesto uno scorpione scambiandolo per un uovo, allora possiamo ben ringraziare Dio di non averci dato ascolto!

E’ probabilmente per questo che Luca ha concluso questa splendida catechesi sulla preghiera con la sola richiesta che davvero non può mai fallire: il dono dello Spirito santo, che – come dice S.Paolo – “viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, e intercede con insistenza per noi…….secondo i disegni di Dio” (Romani 8, 26-27).

Fonte

Letture della
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Non sia adiri il mio Signore, se parlo.

Dal libro della Gènesi
Gen 18, 20-32

In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 137 (138)
R. Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
 
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. R.
 
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano. R.
 
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. R.

Seconda Lettura

Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 2,12-14


Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
 
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.

Parola di Dio

Vangelo

Chiedete e vi sarà dato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 1-13

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
 
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
 
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
 
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola di Dio

Read more

Local News