Commento al Vangelo di domenica 25 marzo 2018 – Alberto Maggi

Padre Alberto Maggi commenta il Vangelo di domenica prossima, 25 marzo 2018.

BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE

Il giorno della domenica delle Palme ci si chiede: ma come è stato possibile che le folle che hanno acclamato Gesù al grido entusiastico di “Osanna” siano le stesse che, nel giro di poche ore, hanno gridato con odio “Crocifiggilo”? Che cosa è successo? Ce lo spiega l’evangelista Marco al capitolo 11, i suoi primi undici versetti.

Quando furono vicini a Gerusalemme, Gesù è al termine del suo percorso e sale nella città santa dove troverà la morte, verso Bètfage e Betània, sono due piccoli villaggi vicini a Gerusalemme, presso il monte degli Ulivi. Sono tutte indicazioni sì topografiche, ma anche teologiche quelle che l’evangelista ci sta dando e il monte degli Ulivi è immagine della resurrezione.

Mandò due dei suoi discepoli e disse loro: andate del villaggio, ecco la prima indicazione importante che l’evangelista ci mette per comprendere quello che verrà. Il villaggio, ma è strano perché sono due villaggi è Bètfage e Betània. Come mai l’evangelista dice il villaggio? Il villaggio è un termine tecnico adoperato dagli evangelisti per indicare incomprensione o ostilità a Gesù e al suo messaggio perché il villaggio, a differenza della città dove le mode vengono e vanno, il villaggio è il luogo della tradizione dove vige l’imperativo: si è sempre fatto così, perché cambiare? Quindi l’evangelista ci fa comprendere che l’episodio è all’insegna dell’incomprensione.

Di fronte a voi e subito entrando in esso troverete un puledro legato, un asinello letteralmente, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. L’azione di Gesù è un’azione altamente simbolica, altamente profetica. A che cosa si riferisce? C’era una profezia del profeta Zaccaria che andava contro corrente. Mentre tutti gli altri scritti vedevano questo messia trionfatore con la violenza, con la potenza Zaccaria, nel capitolo nono del suo libro, scrive “Esulta grandemente, o figlia di Sion, giubila o figlia di Gerusalemme; ecco, a te viene il tuo re; egli è giusto e vittorioso, umile cavalca un asino”. Perché umile cavalca un asino? La cavalcatura regale era la mula e l’asino era quello della gente comune, quello dei servi, un puledro figlio d’asina. E poi quello che continua ed è importante di questa profezia “Farà sparire il carro da guerra da Efraim e il cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato e annuncerà la pace alle nazioni”. Questa era la profezia, ma questa profezia era stata come accantonata, era stata come legata. Allora con Gesù questa profezia si slega. Quindi slegando questo asinello, questo puledro questa profezia diventa realtà, questo è il significato.

E se qualcuno vi dirà “Perché fate questo?” Rispondete “Il Signore”, cioè il suo padrone, ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito. Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori della strada, cosa vuol dire? Che questa profezia era alla vista di tutti come un asinello legato per strada. Tutti lo potevano vedere, ma non era stata considerata perché la preponderanza era l’idea nazionalista di un messia trionfatore con la violenza.

E lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro “Perché slegate questo puledro?”, ed essi risposero loro come aveva detto Gesù e li lasciarono fare. Quindi c’è adesione a questa novità proposta da Gesù. Ed ecco il culmine di questa scena Portarono l’asinello, il puledro da Gesù e vi gettarono sopra i loro mantelli. Qual è il significato di questo gesto. Il mantello indica la persona. Allora i discepoli che gettano il mantello sopra a questo puledro, a questo asinello indica che sono d’accordo con l’immagine di un messia di pace, un messia non violento, un messia non guerriero. Ed egli vi salì, vi sedette sopra, indica la dignità reale con cui Gesù si insedia in questa immagine di un messia di pace.

Ma… ma non tutti hanno la stessa reazione. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, quando il re era incornato, quando veniva incoronato re i sudditi, in segno di sottomissione, prendevano il proprio mantello che come abbiamo detto indica la persona e lo stendevano sulla strada e il re ci passava sopra. Indicava il dominio. Questi non capiscono il segno della profezia e accettano di essere dominati e sottomessi da un messia purché sia trionfatore.

Altri invece delle fronde tagliate dei campi, perché queste fronde? C’era una festa importantissima, la festa delle capanne, che era la festa nella quale si credeva si sarebbe rivelato il messia, il liberatore. Allora è questa la tentazione che fanno a Gesù, di essere questo messia vittorioso, questo che prende il potere. E Gesù, e Gesù mentre prima nel capitolo precedente c’era scritto che Gesù precedeva il gruppo, ora Gesù è come prigioniero. Infatti scrive l’evangelista Quelli che precedevano e quelli che seguivano gridavano, quindi Gesù è in mezzo. Gesù non è più lui a indicare il cammino, ma è come se è stato preso da che cosa? Da questa folla entusiasta che vuole che Gesù sia il messia della tradizione, quello della violenza, quello del potere.

E gridavano: “Osanna!”, Osanna è un salmo, il salmo 118, che si cantava proprio in occasione della festa delle capanne, che significa salvaci Signore. Benedetto colui che viene nel nome del signore, ed ecco l’equivoco, benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Non è il regno di Dio annunziato da Gesù, quel regno senza confini, universale perché l’amore non tollera muri, non tollera confini, ma è il regno di Davide. Quindi il popolo aspettava la restaurazione del defunto regno di Davide e come? Attraverso la violenza. Ecco l’equivoco di questo brano.

E continuavano Osanna, cioè salvaci dal più alto dei cieli, cioè mostra la potenza divina per salvarci. Chiedono l’appoggio a Dio per il dominio. Ed entrò a Gerusalemme nel tempio, e qui l’atmosfera si carica di tensione che poi esploderà in incidente, e dopo aver guardato ogni cosa attorno, c’è una grande tensione che prepara lo scontro che poi Gesù avrà con le autorità del tempio, essendo ormai l’ora tarda uscì con i dodici verso Betània. Ecco l’atmosfera sembra calmarsi, non c’è più la folla esaltante, c’è un attimo di sosta vediamo quale sarà la prossima azione di Gesù, quella che deciderà poi la sua sorte.

Qui tutti i commenti al Vangelo di p. Alberto Maggi

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

DOMENICA DELLE PALME – ANNO B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 25 Marzo 2018 anche qui.

Mc 14, 1 – 15, 47
Dal Vangelo secondo Marco

– Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

– Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

– Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

– Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

– Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

– Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue dell’alleanza
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

– Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

– Cominciò a sentire paura e angoscia
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

– Arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

– Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi a? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva a. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

– Non conosco quest’uomo di cui parlate
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

– Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei? ». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi a? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più a, tanto che Pilato rimase stupito. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

– Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

– Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

– Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

– Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

– Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

– Giuseppe fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro
Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 25 – 31 Marzo 2018
  • Settimana Santa
  • Colore Rosso
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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