Commento al Vangelo di domenica 25 Aprile 2021 – mons. Giuseppe Mani

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Il buon pastore

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Il Vangelo ci presenta Gesù che vedendo la folla accorrere verso di Lui per la quale stava per fare il miracolo della moltiplicazione dei pani, fu toccato dalla compassione perché erano come pecore senza pastore. Questa folla errante è l’immagine del mondo che non conosce o non riconosce Cristo.

Cos’è una folla? E’ un vasto raggruppamento umano, una massa di individui, in affetti un insieme di uomini che non sanno ciò che vogliono ma che, riuniti insieme si eccitano gli uni gli altri senza rendersi conto che possono divenire un gioco di passioni di cui ciascuno, preso da solo si vergognerebbe. La folla è irrisoluta e, nessuno di coloro che la compongono sa bene perché è là ma tutti hanno desiderio di fare qualcosa e così seguono ciecamente chi al momento guida. La folla facile all’entusiasmo è anche facile all’odio e passa dall’esaltazione al “crocifiggilo”. Ciascuno di coloro che la formano hanno il sentimento di essere irresponsabile di ciò che fa anche se tutti partecipano a degli atti che hanno orrore soltanto a pensarli in altre occasioni.

Si dice che nella folla si produce un livellamento dal basso e in questo senso tutti pensano sentono e si muovono come il più vile. Questa è la folla, tutta l’opposto di una società ben organizzata in cui ciascuno serve gli altri ed è servito dagli altri in una specie di scambio di doni in cui ciascuno da ciò che ha di meglio al contrario che nella folla da quello che ha di peggio.

Se ci fermiamo a pensare un po’ alla situazione reale della folla anche noi siamo presi dall’angoscia.

Il mondo senza Cristo non è che una folla perché senza di Lui non c’è niente che lo unisca. Senza Cristo ciò che agglomererà gli uomini è ciò che nell’umanità c’è di meno umano.

San Paolo parlando degli uomini che scartano il Vangelo li qualifica come canne sbattute dal vento, agitate da ogni vento di dottrina. Ed è questo che noi vediamo nel mondo e peggio ancora spesso sono guidati da dottrine false da errori dell’intelligenza che umiliano gli uomini e dalle passioni elementari propagandate da parole vuote e false.

In questa folla c’è l’uomo stesso che si dissipa poco a poco. Una folla è fatta di uomini riuniti ma una volta riuniti in folla non sono più uomini. Non sono che delle bestie inquiete soltanto capaci di soffrire o di gioire ma brutalmente e tristemente e la cui esistenza finisce nell’insoddisfazione.

Gli uomini son fatti per vivere gli uni per gli altri ma se sono messi insieme come grani di sabbia si scontrano e si fanno del male. Perché la loro riunione sia feconda ci vuole un bene comune, una direzione verso cui tendono tutte le loro forze e si uniscono insieme.

Gli uomini da soli non possono trovare questo scopo, questa via verso cui marciare insieme sostenendosi l’un l’altro per sostenere il lungo cammino. Non possono farlo perché non hanno un pastore: La storia degli uomini è fatta di ricerca di guide che con entusiasmo conducano le masse entusiaste verso facili vittorie, ma quando le masse si sono lanciate riconoscono che la strada era sbagliata. I Vangeli ci rivelano che gli uomini si son lasciti condurre da pastori che non erano veri pastori, ma c’è un buon Pastore che mostrerà la strada e darà la forza per seguirlo. Questo Pastore è Il Signore Nostro Gesù Cristo.

Le prime rappresentazioni che l’arte cristiana ci ha dato del Cristo è il Buon Pastore che porta sulle spalle la pecorella. Noi siamo le sue pecorelle che il Pastore conduce e la via che ci mostrerà non è una indicazione astratta ma è la sua stessa persona che dobbiamo seguire. Lui lo ha detto: “Io sono la via” e l’apostolo Pietro ci precisa “Cristo ha sofferto per voi, vi ha lasciato un esempio perché ne seguiate le orme”.

In effetti il Buon Pastore non lascia le sue pecore a cercare una strada che devono tentare correndo il pericolo dei precipizi. Gesù ci ama e ci conduce fino alla fine, alla meta che è Lui.

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