Commento al Vangelo di domenica 24 Giugno 2018 – mons. Giuseppe Mani

Gli psicologi sono unanimi nell’ammettere che un bambino per crescere in maniera equilibrata deve avere un padre e una madre. Il nome del padre, che porta è un punto essenziale di accesso alla sua identità. Il vangelo di questa domenica ci rivela qualcosa di molto importante: il bambino che sta per nascere non riceve il nome di suo padre: Tutti i vicini sono sorpresi da questo. Al fanciullo il nome viene dato dalla madre e dal padre.

La cosa rivela che la decisone viene da Dio. Zaccaria ed Elisabetta danno al bambino un nome che non è familiare. Per capirlo bisogna essere attenti al significato del nome Giovanni che è la trascrizione ebraica di Johannan “ Dio fa grazia”, significa che Dio compie la sua Parola. I vicini si chiedono “Che sarà di questo bambino” non nel senso di che cosa farà da grande ma cosa farà Dio di lui.

Qual è la novità che appare? La novità è detta dal nome Giovanni Battista, cioè l’inventore del Battesimo. Esisteva in Israele come nelle altre religioni un rito di purificazione ma questi riti erano una preparazione al rituale che rimette i peccati: il sacrificio. Ora il battesimo di Giovanni non è un rito preparatorio ma un gesto che rimette i peccati. Giovanni è creatore di un gesto che non ha precedenti nella storia del popolo eletto né nelle altre religioni. Giovanni non è un uomo del tempio, egli vive fuori della città, non è un uomo dell’istituzione ma l’uomo del deserto, nella simbologia biblica il luogo della resistenza e del rinnovamento.

Giovanni non è l’uomo della legge ma l’uomo della Grazia di Dio. E’ anche il precursore di Gesù messo in carcere e ucciso perché insegnava come i profeti antichi che l’amore e meglio di tutti i sacrifici. Giovanni Battista ci rivela il Dio della novità, ci apre il Nuovo Testamento. Noi diventiamo cristiani attraverso il battesimo: dobbiamo questo rito a Giovanni Il Battista. Dobbiamo questa libertà a colui che Dio ha chiamato Johannan “Dio fa grazia”, e il suo amore ci precede. La nostra celebrazione eucaristica è la memoria di un amore che ci precede.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.giuseppemani.it

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

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Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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