Commento al Vangelo di domenica 20 Ottobre 2019 – Congregazione per il Clero – p. Gaetano Piccolo S.I.

XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Il silenzio di Dio

Gli eventi drammatici del nostro tempo ci riportano, come credenti, inevitabilmente davanti a una domanda imbarazzante: perché Dio non risponde alle nostre preghiere? È la domanda che si leva sempre più sconfortata davanti al dolore innocente, davanti alla sofferenza, davanti al grande interrogativo del male. Dio resta in silenzio. E così, proprio come accadeva a Mosè, pian piano le nostre mani si stancano, non riusciamo più a tenerle sollevate per supplicare il cuore di Dio (Es 17,12). Ci assale il timore che Dio ci abbia dimenticati, che ci abbia voltato le spalle, anzi ci sembra che se ne sia proprio andato e che ci abbia lasciato soli in questo mare di dolore.

La rabbia

Immagino che siano stati questi i sentimenti della vedova di cui parla Gesù nella parabola raccontata nel Vangelo di Luca (Lc 18,1-8). Davanti all’indifferenza di un giudice, Gesù ci invita a pregare sempre, senza stancarci, anzi, come suggerisce più precisamente il termine greco, senza incattivirci. Sì, perché davanti a questo silenzio, molte volte rischiamo di indurire il nostro cuore: il dolore si trasforma in rabbia, cominciamo a odiare, contribuendo così anche noi ad accrescere la spirale del male.

Senza punti di riferimento

La condizione di una vedova, in particolare nell’antico Israele, è estremamente penosa. Anche per questo, sia la prassi che la legge cercavano di preservare queste donne dalle vessazioni e dai soprusi di cui facilmente diventavano vittime. Una vedova non ha nessuno che la difenda, è l’immagine di chi non ha punti di riferimento, è il simbolo di una solitudine difficile. Non è strano quindi che questa donna cerchi giustizia, cerca cioè il suo diritto, il diritto di essere riconosciuta.

Sia fatta la tua volontà

Nel linguaggio biblico la giustizia è l’ordine pensato e voluto da Dio. Chiedere giustizia non esprime quindi un desiderio soggettivo, ma la richiesta che le cose siano rimesse nel modo in cui Dio le ha pensate. Non sempre il contenuto della nostra preghiera è la giustizia. In fondo, questa donna prega come Gesù ha insegnato: «sia fatta la volontà di Dio!» (Mt 6,10).

Questa vedova è anche probabilmente l’immagine della comunità a cui Luca si rivolge. Una comunità che vive un tempo di persecuzione e di attesa, una comunità che si vede in pericolo e che ha paura di rimanere sola e non ascoltata. È una comunità che si sente vedova, perché ha l’impressione che il Signore non sia più presente. Anche questa comunità è sollecitata a non stancarsi di pregare, è chiamata a non smettere di gridare affinché la volontà di Dio si compia.

False immagini di Dio

Quando non ci sentiamo ascoltati, quando il male sembra trionfare, quando la nostra preghiera sembra inutile, anche l’immagine di Dio si trasforma. Facciamo fatica a credere che Dio ci voglia ancora bene. Il volto di quel giudice impietoso, che si mostra indifferente davanti alla preghiera di questa vedova, sembra rappresentare le false immagini di Dio che spesso si annidano nel nostro cuore.

La preghiera nell’attesa

Il tempo dell’attesa è il momento in cui emerge il nostro desiderio, prendiamo maggiormente consapevolezza di quello che vogliamo, siamo confrontati con le nostre motivazioni, ci rendiamo conto di quanto abbiamo veramente a cuore la giustizia. Chi si stanca subito, probabilmente non è profondamente motivato. Forse per questo motivo, l’evangelista Luca fa coincidere la sua piccola apocalisse, il discorso cioè sugli ultimi tempi, con una meditazione sulla preghiera. Il tempo dell’attesa, della paura, il tempo del pericolo può essere riempito solo dalla preghiera autentica. La preghiera fa emergere infatti il nostro desiderio autentico. La preghiera ci insegna la gratuità del tempo. Non c’è un frutto immediato, quel tempo sembra sprecato, non ne vediamo immediatamente l’efficacia, e proprio per questo impariamo a stare nella pazienza del seme sotto la neve. La preghiera ci permette di ridare il primato a Dio, è il tempo della fiducia incondizionata, è il tempo in cui gettiamo in lui ogni nostra preoccupazione. Anche per questo i monaci ritornano continuamente, durante il giorno, alla loro preghiera, proprio per restituire continuamente a Dio il primato nella loro vita.

La fatica discreta di Dio

Non sappiamo quanto tempo ha dovuto attendere la vedova che chiedeva giustizia. Luca usa un’espressione che lascia nell’indeterminatezza: «per un certo tempo», ma Gesù assicura che Dio, invece, fa giustizia prontamente. Occorre credere quindi che mentre siamo nel silenzio e ci sembra di non essere ascoltati, Dio sta invece già lavorando per noi. A noi interessa soprattutto essere ascoltati, ma la parola di Gesù sposta l’attenzione su un altro aspetto: nell’attesa, saremo capaci di restare fedeli? Questa comunità, che non si sente ascoltata, sarà capace di aspettare lo sposo? Riusciremo a non diventare cattivi nel tempo in cui ci sembra di non avere risposta? Il tempo dell’attesa, dunque, ci fa venir fuori per quello che siamo. È un tempo di purificazione e di verità. Un tempo prezioso che non possiamo sprecare.

Leggersi dentro

  • Come reagisco quando non mi sento ascoltato da Dio?
  • Quale immagine di Dio emerge nella mia preghiera?

don gaetano piccoloP. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesù (Societas Iesu)Fonte

Letture della
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Tornato Naamàn dall’uomo di Dio, confessò il Signore.

Dal secondo libro dei Re
2 Re 5,14-17

 
In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
 
Tornò con tutto il seguito  da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
 
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
 
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.
 
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

Seconda Lettura

Se perseveriamo, con lui anche regneremo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 2,8-13

 
Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
 
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 11-19

 
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
 
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore

Letture della
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva.

Dal libro dell’Èsodo
Es 17,8-13

 
In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
 
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
 
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
 
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 120 (121)
R. Il mio aiuto viene dal Signore.

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra. R.
 
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele. R.
 
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte. R.
 
Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. R.

Seconda Lettura

L’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 3,14 – 4,2

 
Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
 
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
 
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

Parola di Dio

Vangelo

Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,1-8

 
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
 
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
 
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
 
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore

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