Commento al Vangelo di domenica 20 Maggio 2018 – p. Alessandro Cortesi op

Nel IV vangelo lo Spirito Santo è al centro dei discorsi dell’ultima cena, i discorsi di addio. E’ promesso da Gesù come colui che verrà, ed ha i tratti di una presenza personale: prima di lasciare i suoi promette un consolatore, qualcuno che egli stesso manderà. Lo Spirito è in relazione profonda con il Padre, perché ‘procede dal Padre’ e sta anche in relazione con Gesù, il Figlio, perché ne sarà testimone: “Quando verrà il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza perché siete stati con me fin dal principio” (Gv 15,26-27). Il momento del dono dello Spirito è poi presentato nel IV vangelo alla morte di Gesù: dopo aver amato i suoi fino alla fine dopo che tutto è stato compiuto, ‘consegnò lo Spirito’, dono della sua presenza di comunione.

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Il consolatore (colui che è ‘chiamato vicino’, il ‘paraclito’) porta aiuto, sta accanto, sostiene. E’ Gesù innanzitutto il consolatore, ma, prima di lasciare i suoi, annuncia loro il venire di ‘un altro consolatore’. Lo Spirito assume i tratti di presenza vicina come di chi sta accanto e accompagna e insegna e ricorda nel tempo dell’assenza di Gesù: “vi suggerirà ciò che dovrete dire”. La sua presenza avrà anche i tratti della guida: “vi guiderà alla verità tutta intera”. Lo Spirito viene così presentato come presenza silenziosa, vicina nell’intimità, non delimitabile, ma capace di donare forza nel cammino. Sta accanto nel momento della prova, nella fatica della testimonianza. Raduna la comunità chiamata a riconoscere e vedere l’amore di Gesù e a continuarlo nelle relazioni reciproche.

Lo Spirito guida verso l’altro da sé: accompagna ad incontrare Gesù Risorto, la verità tutta intera. Gesù, via verità e vita, non s’identifica con una dottrina da conoscere ma è presenza da incontrare. Lo Spirito avrà il compito di introdurre in quel ‘rimanere in’ Gesù, che per il IV vangelo è il senso della vita di chi lo segue, dei discepoli chiamati alla comunione e alla testimonianza. Così pure lo Spirito sarà guida all’incontro con la presenza di Gesù risorto che è ancora e sempre scoperta a cui aprire il cuore e mai conquista, possesso o privilegio: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve l’annunzierà”. Aprirà un futuro da attendere e verso cui vivere nella fedeltà al presente.

Lo Spirito reca anche i tratti della comunione e dell’amore. Accoglie tutto dal Padre, e introduce nella vita in cui il Figlio condivide tutto con il Padre: “Tutto quello che il Padre possiede è mio, per questo vi ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16,15).

Il dono dello Spirito genera una vita nuova: è la vita di chi si apre alla accoglienza dello Spirito e cammina nella libertà e nel dono di sé.

C’è nella vita la possibilità di un orientamento secondo il proprio egoismo, nella preoccupazione solo del proprio interesse e nella dimenticanza degli altri: scrivendo ai Galati, Paolo, con l’espressione ‘legge della carne’, indica una vita piegata nell’egoismo. In questi termini denuncia una vita che non fa proprio lo sguardo del povero, che non guarda agli altri e per questo si intristisce. Alla legge della carne espressione dell’egoismo Paolo oppone la ‘legge dello Spirito’ e ne indica i frutti. Sono i segni di una vita aperta alla relazione, all’accoglienza, a non voler primeggiare e aggredire: “…amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dono di sé”. Sono questi i segni di una vita buona, sono i frutti dello Spirito. Lo Spirito agisce e trasforma l’interiorità e suscita azioni capaci di coraggio e di testimonianza. La sua azione è forza (dynamis) che fa ‘camminare’: Paolo delinea così a vita del credente come un camminare secondo lo Spirito.

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DOMENICA di PENTECOSTE (Messa del giorno)

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 20 Maggio 2018 anche qui.

Gv 15,26-27; 16,12-15
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 20 – 26 Maggio 2018
  • Tempo Pasquale Pentecoste
  • Colore Rosso
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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