Commento al Vangelo di domenica 2 Settembre 2018 – don Fabio Rosini

Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 2 Settembre 2018 – Ventiduesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B, dai microfoni di Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.

UNA TERRA FERTILE PER L’AMORE DI DIO

Nel Vangelo di questa domenica c’è una descrizione quasi grottesca della cura per i rituali religiosi da parte degli osservanti delle norme della tradizione. È facile guardare da estranei a questa immagine. Ma sotto a quella ottemperanza rituale c’è un impulso che va capito meglio. È il faticoso, infinito, irrisolvibile tentativo di aggiustare sé stessi, di migliorare la propria immagine di sé.

Questa è una fatica latente in molte cose che l’uomo ha sempre fatto, e oggi come oggi siamo in una fase delirante di questa tortura. Capiamoci: al tempo di Gesù c’erano i farisei delle regole religiose, e il centro della loro ossessione era l’idea di sé sotto il punto di vista della propria giustizia personale.

Oggi abbiamo altri farisei, quelli che hanno come ossessione il proprio aspetto, la propria immagine fisica. La fatica diventa quella del proprio look o della propria salute, secondo gli orientamenti di una “religione”, quella del corpo. Bello o sano che debba essere, impone rituali, cure, negazioni, sacrifici. E nessuno ne è veramente esente.

Giustizia o estetica, o altro ancora, il nocciolo qual è? Quello di passare la vita ad aggiustarsi. Alla fin fine è l’angoscia di non sentirsi mai del tutto a posto…

Un fariseo si torturava nella paura di essere impuro e ingiusto; oggi ci tormentiamo con l’idea di non essere gradevoli o di non essere sani. Ci sono persone belle come il sole che si crucciano come adolescenti tutta la vita perché non sono perfette, e ci sono persone che hanno la salute di una qualità riservata solo a una piccola percentuale di umanità che vanno di terapia in terapia, a caccia del prossimo procedimento salutista.

Il serpente, quando tentò Eva, le disse: «Se mangi da questo albero sarai come Dio» – surrettiziamente gli ha detto in realtà: «Se resti come sei, sei di serie B, devi cambiare te stessa». E così l’uomo si porta questa disarmonia interiore, il percepirsi reconditamente mal fatto. E come fa a sopravvivere? Impegnando le sue forze, con «precetti di uomini», con opere umane.

L’UOMO È INCOMPLETO. Ma c’è qualcosa di vero in quella oppressione interiore: è vero che l’uomo è incompleto. Eppure l’incompletezza non ci è data per la frustrazione, ma per l’apertura all’altro e soprattutto a Dio.

Cosa c’è da conseguire? La propria giustizia? L’estetica? La salute? Tutte preoccupazioni per sé stessi. Il nostro vero problema è un cuore storto e chiuso che produce «i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza». Ossia la mancanza di amore.

Quando i farisei di ieri e di oggi smettono i rituali ossessivi dell’ego e accolgono il loro cuore malato, allora diventano terra fertile per l’amore di Dio. Quando si accetta di essere incompleti e imperfetti al fine di accogliere la misericordia, ecco che Dio può carezzare il nostro cuore povero. Nel nostro testo i discepoli di Cristo non seguono il rituale dell’ossessione farisaica. Non ne hanno bisogno. Hanno trovato l’amore.

Qui tutti i commenti al Vangelo della domenica
di don Fabio Rosini

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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

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Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-8.14-15.21-23
 
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
 
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
 
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
 
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

 

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 02 – 08 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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