Commento al Vangelo di domenica 2 Settembre 2018 – Alberto Maggi

Padre Alberto Maggi commenta il Vangelo di domenica prossima, 2 settembre 2018.

TRASCURANDO IL COMANDAMENTO DI DIO, VOI OSSERVATE LA TRADIZIONE DEGLI UOMINI

Ogniqualvolta Gesù comunica vita spuntano sempre i nemici della vita che nel vangelo sono le autorità religiose. È quello che ci scrive l’evangelista Marco nel capitolo 7 del suo vangelo. Scrive Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi: per il verbo riunire l’evangelista ha adoperato il verbo “synago”, da cui il termine “sinagoga”, per far comprendere che quanto segue è frutto dell’insegnamento fatto nella sinagoga. Attorno a lui si riuniscono i farisei, l’articolo determinativo sembra indicare tutti, “farisei” significa “separati”. Sono laici che osservano tutti i ben 613 precetti estrapolati dalla legge di Mosè e per questo si separavano dal resto della gente, e alcuni degli scribi, cioè i teologi ufficiali, venuti addirittura niente di meno che da Gerusalemme, la città importante. E quale sarà la gravità del fatto? Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate. Non è una questione igienica, ma rituale, religiosa. Un intero trattato del talmud prevede come lavarsi queste mani, la quantità dell’acqua, la modalità, eccetera, e l’accusa che fanno a Gesù è perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi. Per gli ebrei Mosè sul Sinai aveva ricevuto la legge e nella forma scritta, i primi cinque libri della Bibbia, e nella forma orale, commentata, che poi dopo è finita nel talmud, cioè nell’insegnamento, questa è la tradizione degli antichi.

Ma prendono cibo con mani impure? La risposta di Gesù sembra inizialmente un complimento, risponde Gesù bene ha profetato Isaia di voi, quindi sembra un complimento, e poi ecco la doccia fredda: Ipocriti. Il termine ipocrita non aveva a quel tempo la connotazione morale che poi ha preso in seguito, ma indicava l’attore di teatro, la maschera dell’attore di teatro. Quindi bisognerebbe tradurre “teatranti”, “siete dei commedianti, tutta questa vostra finzione della religione è soltanto un teatro”. E l’accusa che è presa dal profeta Isaia è che Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me, il cuore nella cultura ebraica è la mente.

Invano mi rendono culto insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Quindi non viene da Dio: hanno spacciato per autorità divina quello che è umano, e mentre l’accusa che hanno fatto è di non osservare la tradizione degli antichi, per Gesù sono soltanto precetti di uomini. E continua poi Gesù trascurando il comandamento di Dio, il comandamento di Dio è quello dell’amore, a lui e al prossimo, voi osservate la tradizione degli uomini. Pretendevano che tradizioni umane procedessero da Dio per il loro potere, per dominare, per impostare la loro religiosità agli uomini.

Poi qui c’è un brano che purtroppo la versione liturgica ha tagliato, non si comprende perché. È il brano dell’offerta a Dio che in quel caso impediva o non permetteva poi di aiutare più i propri familiari, cioè si onorava Dio disonorando gli uomini e questo per Gesù era intollerabile. E Gesù aggiunge così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. Il loro desiderio di potere viene prima dell’interesse di Dio e degli uomini. Poi prosegue Gesù chiamata di nuovo la folla diceva loro, e poi ci sono due verbi all’imperativo, ascoltatemi e comprendete, non c’è nulla fuori dell’uomo che entrando in lui possa renderlo impuro. Quello che dice Gesù è molto grave, perché? C’è il libro del Levitico che ha un capitolo, il capitolo undicesimo, tutto dedicato a quegli alimenti, quegli animali che non si possono mangiare perché sono impuri e rendono impuro l’uomo.

Quindi Gesù sta alzando il tiro, dalla legge orale sta passando alla legge scritta. Tanto è vero che anche qui c’è l’altro brano che purtroppo la versione liturgica inspiegabilmente, incomprensibilmente ha omesso, i discepoli lo interrogarono poi sulla parabola. Loro hanno accettato l’insegnamento di rompere con la legge orale, ma quella scritta è la parola di Dio, quella non si tocca, e quindi pensano che Gesù abbia parlato con una parabola, ma Gesù non ha detto una parabola. E qui c’è il commento che c’ha soltanto l’evangelista Marco alla frase di Gesù, così rendeva puri tutti gli alimenti. Se Gesù rende puri tutti gli alimenti significa che quanto c’è scritto nel libro del Levitico, almeno al capitolo 11, è sbagliato, o meglio non riflette la volontà divina, e questo è gravissimo perché se si comincia a distinguere non si sa poi dove si va a finire.

E poi, ecco Gesù dà l’insegnamento: quello che rende impuro o no l’uomo, Gesù lo aveva detto, “non capite che tutto quello che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro perché non gli entra nel cuore, ma nel ventre e va nella fogna”? Quello che rende impuro l’uomo non è un alimento, un cibo, ma quello che esce dall’uomo. E qui Gesù elenca dodici atteggiamenti nessuno dei quali riguarda il culto, la religione, dodici atteggiamenti che rendono impuro l’uomo, cioè impediscono, ostacolano la comunione con Dio, e sono: le prostituzioni, i furti, gli omicidi, gli adultèri, l’avidità, la malvagità, l’inganno, la dissolutezza, l’invidia, la calunnia, la superbia e l’ultimo è la stoltezza. La stoltezza è accaparrare per sé anziché condividere con gli altri. E poi l’affermazione di Gesù Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo. Pertanto per Gesù la distinzione tra puro e impuro non procede da Dio: l’impurità nasce dalla cattiva relazione con gli altri uomini.

Qui tutti i commenti al Vangelo di p. Alberto Maggi

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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 2 Settembre 2018 anche qui.

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-8.14-15.21-23
 
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
 
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
 
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
 
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

 

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 02 – 08 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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