Commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2019 – Paolo Curtaz

Il commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2019 – Anno C, a cura di Paolo Curtaz. Qui di seguito il testo ed il video.

Non la fine. Il fine. 

Siamo alla fine dei tempi, che scoperta.

Dal tempo della resurrezione siamo alla fine dei tempi.

Nel senso che attendiamo la conclusione di questa scena, ma senza botti e catastrofi, piuttosto come la visione dell’innamorato che finalmente incontra la sua amata adorna come una sposa (Gv 21,1-11). E che ammira cieli nuovi e terra nuova.

Perché questo accadrà.

In questa penultima domenica dell’anno liturgico Luca parla alla sua e alla nostra comunità degli ultimi tempi. Quelli che sono già iniziati.

Non parla della fine ma del fine. Non della clamorosa implosione del mondo ma del senso della storia.

A capirla e saperla leggere. Alla fine dell’anno parliamo del fine della realtà.

Luca sta evangelizzando una comunità perseguitata, impressionata dalla distruzione di Gerusalemme e del tempio, impaurita dall’ondata di odio scatenata da Nerone.

Siamo perduti?, si chiedono i suoi parrocchiani, È la fine?

Non ve lo chiedete mai? Io sì.

E se Dio si fosse sbagliato? E se la vita fosse davvero un coacervo inestricabile di luce e di tenebre che mastica e tritura ogni emozione e ogni sogno? E se Dio – tenero! – avesse esagerato con l’idea della libertà degli uomini e del fatto che l’uomo può farcela da solo?

Che peso hanno le nostre piccole comunità, travolte dalla rabbia, dalla violenza, dal vittimismo di un mondo sempre più contrapposto?

È la fine? Dobbiamo arrenderci?

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Esagerato

Incontro due tipi di cristiani nel mio magnifico pellegrinaggio della speranza in giro per l’Italia.

Quelli che imperterriti guardano alle belle pietre del tempo e ai doni votivi, dicendo che in fondo le cose non vanno poi cos’ male e bisogna tenere duro rispetto ai nemici della Chiesa e quelli che, invece, vedono il tempo presente come la fine del cristianesimo, e vivono con disagio e cupezza la profonda crisi che sembra avere colpito le nostre comunità, povere di fede e di speranza.

È una questione di sguardi e di segni dei tempi.

Per decenni ci siamo lamentati che eravamo una minoranza. Solo perché il pluralismo si stava diffondendo. E tutti a fare le finte vittime, a rimpiangere ipotetici tempo d’oro. Idioti.

Ora stiamo vedendo che davvero siamo diventati una minoranza.

Le chiese ci sono ancora e le feste e i simboli.

Manca la fede. Manca il fuoco.

Il cristianesimo, in Italia, sta diventando un pacco ben confezionato. Ma vuoto.

Allora si grida al mondo nemico e crudele.

Forse dovremmo, semplicemente, fidarci di Dio. E credere, finalmente.

Il Signore fa nuove tutte le cose, non ce ne accorgiamo?

Alzate lo sguardo

Nessuna catastrofe, dice Gesù, state sereni.

Non sono questi i segni della fine, come qualche predicatore radiofonico insiste nel dire. Non sono questi i segnali di un mondo che precipita nel caos.

E, sorridendo, il Maestro ci dice: cambia il tuo sguardo. Cambia te stesso. Cambia il mondo.

Guarda alle cose positive, al tanto amore che l’umanità, nonostante tutto, riesce a produrre, allo stupore che suscita il Creato e che tutto ridimensiona, al Regno che avanza nei cuori, timido, discreto, pacifico, disarmato. Guarda a te stesso, fratello mio, a quanto il Signore è riuscito a compiere in tutti gli anni della tua vita, nonostante tutto.

A tutto l’amore che hai donato e ricevuto, nonostante tutto.

Guarda a te e all’opera splendida di Dio, alla sua manifestazione solare, al bene e al bello che ha creato in te. Guarda e non ti scoraggiare.

Di più: la fatica può essere l’occasione di crescere, di credere.

La fede si affina nella prova, diventa più trasparente, il tuo sguardo si rende più trasparente, diventi testimone di Dio quando ti giudicano, diventi santo davvero (Non quelli zuccherosi della nostra malata devozione!) e non te ne accorgi, ti scopri credente.

Se il mondo ci critica e ci giudica, se ci attacca, non mettiamoci sulle difensive, non ragioniamo con la logica di questo mondo: affidiamoci allo Spirito.

Quando il mondo parla troppo della Chiesa, la Chiesa deve parlare maggiormente di Cristo!

E del suo magnifico Dio.

Un Dio che sa. Che conosce. Che conta i capelli del tuo capo.

Ancora non ti fidi?

Mannaggia

Lo dico ufficialmente e pubblicamente: a me questa cosa non piace affatto.

Preferisco crogiolarmi nelle mie vere o presunte disgrazie, preferisco lamentarmi di tutto e di tutti, vivere nella rabbia cronica.

Preferisco cento volte lamentarmi del mondo brutto sporco e cattivo, dei nemici della Chiesa, ed eventualmente

costruirmi una piccola setta cattolica molto devota in cui ci troviamo bene (Almeno all’inizio poi, è statistico, facciamo come il mondo cattivo!).

Preferisco fare a modo mio, accipicchia!

Mi affatica l’idea di dover cambiare me stesso. E il mio sguardo. E il mio cuore.

Ma se proprio devo fare come vuoi tu, Signore, allora libera il mio cuore dal peso del peccato, dall’incoerenza profonda, dalla tendenza all’autolesionismo che mi contraddistingue e rendimi libero, in attesa del tuo Regno.

Alla fine, Signore, aiutami tu a non pensare che sia la fine.

Ma a trovare il fine di tutto questo.

Forse convertirmi, credere, infine. Bruciare d’amore.

Prenderti sul serio.

Aiutami, non capisco, davvero. Ma mi fido.

Letture della
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,19-20a

 
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
 
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
 
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 97 (98)
R. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
 
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
 
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.

Seconda Lettura

Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 3,7-2

 
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
 
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
 
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

Parola di Dio

Vangelo

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19

 
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
 
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore

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