Commento al Vangelo di domenica 17 dicembre 2017 per bambini – Elisa Ferrini

Siamo ad un passo dalla festa che emoziona ed entusiasma in molti, ma sicuramente chi la sente con particolare fermento siete proprio voi, bambini. Avete anche la grande capacità di contagiare i grandi che farebbero di tutto pur di vedervi sorridere e gioire.

Già, la festa del Natale è proprio la festa della Gioia per eccellenza e in questa domenica il messaggio di ogni lettura ci ricorda questo: “La mia anima esulta” scrive Isaia, mentre Paolo alla comunità di Tessalonica dice “siate sempre lieti” e il Salmo ci ricorda l’inno di lode di Maria quando incontra Elisabetta “L’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore”.

Quanta gioia in queste letture e quanta trepidazione in questi ultimi giorni di attesa!
Ma che cos’è la gioia? Fermiamoci un momento a pensare e cerchiamo di dare un’immagine a questa parola, compagna di questa domenica. Se penso alla gioia mi viene subito in mente il volto dei miei nipotini, quando sono felici per qualcosa di inaspettato e bello o di un mio alunno, quando riceve un pensiero da un compagno o, finalmente, fa pace con il suo migliore amico. L’immagine è proprio quella dei loro volti: lo sguardo si alleggerisce e si distende, gli occhi si spalancano e la bocca viene su per mostrare la bellezza del loro sorriso. Un sorriso che diventa contagioso perché il solo vederli così, dona gioia anche a me!

Forse sarà proprio per questo che spesso diciamo che il volto si “illumina di gioia”, perché il volto gioioso esprime tutta la bellezza che si porta dentro e trova tutte le porte aperte per uscire: occhi, bocca e delle volte anche le braccia si aprono e questa gioia si espande così tanto da illuminare anche chi è lì intorno.
Questo aspetto luminoso della gioia,  lo descrive meglio il Vangelo.

Sappiamo che l’evangelista Giovanni vuole narrare con parole particolari per favorire uno sguardo più profondo sulle cose; è come se ci aiutasse a guardare le sfumature e i particolari più piccoli di un’opera d’arte. Così in questo Vangelo ci parla di Giovanni Battista come testimone della luce e come colui che, mandato da Dio, dona a chi gli è intorno gli ultimi “indizi” per riconoscere Gesù.

Proprio lui che lo ha riconosciuto sin dai primi momenti della loro vita quando, nel grembo di Elisabetta, aveva esultato di gioia non appena sua madre si era salutata con Maria; lui che ha deciso di dedicare la sua vita per annunciare questa gioia grande del Messia tanto atteso, andando a vivere nel deserto mangiando miele selvatico e locuste e pregando affinché la gente riconoscesse Gesù.

Lui che battezzava ma che annunciava un nuovo battesimo di Spirito, è l’ultimo grande testimone della luce, quella luce che è Gesù e che illumina il cuore di chi è intorno. Per questa sua tenacia e per la forza con cui porta questa notizia e invita a cercare e riconoscere Gesù, viene spesso scambiato per altri; c’è chi lo crede proprio il Cristo, chi invece, il profeta Elia… ma Giovanni non lascia che gli altri gli dicano chi è e resta se stesso, portando avanti il suo messaggio di gioia: Gesù sta arrivando e sta arrivando per tutti!

Giovanni è davvero un grande esempio per noi, perché ci spinge a trovare il coraggio di mostrare la gioia per l’arrivo di qualcuno che già conosciamo ed abbiamo avuto modo di riconoscere: Gesù!
Per noi è più facile perché la sua storia l’abbiamo già sentita, ma allo stesso tempo è difficile, perché non tutti ci credono, ed anche perché non è semplice portare gioia dove c’è chi non la vuole vedere o sentire; la gioia che porta di Gesù infatti è una gioia diversa dalle altre, tocca il cuore con forza e poi ti cambia il modo di vedere e di sentire le cose fin le più piccole.

Chiediamo a Giovanni di aiutarci ad avere, come lui, tenacia e forza nel portare la gioia di Gesù; di aiutarci a credere in lui anche quando intorno troviamo degli ostacoli; di aiutarci a sentirci forti dell’esultanza che abbiamo nel cuore quando sentiamo quella gioia profonda che non ci farà crollare, proprio come ha fatto lui, che nei momenti difficili avrà sempre ripensato a quell’incontro con Gesù dal grembo delle loro mamme.
Allora caro Giovanni, sii il nostro forte compagno di viaggio in questi ultimi giorni di nuova attesa ed in questo nuovo cammino con Gesù. Buona domenica di gioia!

Commento a cura di Elisa Ferrini  per il sito omelie.org

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III Domenica di Avvento – Anno B

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Gv 1, 6-8. 19-28
Dal Vangelo secondo Giovanni

6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». 24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 – 23 Dicembre 2017
  • Tempo di Avvento III
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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