Commento al Vangelo di domenica 15 gennaio 2017 – mons. Giuseppe Mani

Ciò che colpisce nelle tre letture di questa domenica sono le designazioni: “Tu, tu sei”, “Io Paolo”, “Ecco l’Agnello di Dio”, “E’ Lui, il Figlio di Dio”. E ciascun personaggio è presentato, ogni volta è annunciata la sua missione, la sua funzione è precisata.

Nella terza lettura è Israele, dunque una collettività che viene designata come “servitore”, ma di seguito il testo sembra riguardare un solo individuo come nel caso di Paolo e di Gesù. Ecco il problema: perché la salvezza arriva attraverso un individuo (con evidentemente Gesù al centro, in un posto unico)?

Perché è designato un essere particolare datato ad una certa epoca e situato in certo spazio? La salvezza non potrebbe arrivare attraverso una colletività. Il nostro senso “democratico” è scioccato. Siamo invitati al culto della personalità? San Paolo insiste “E’ attraverso uno solo che siamo giustificati.(Rom 5,12-21) Uno solo per tutti. Nel nostro Vangelo Giovanni lo designa “E’ Lui”.

Il problema è interessante eppure deve essere importante perché la Scrittura vi insiste tanto. Per cui deve avere qualcosa di capitale. Da parte mia vedo le cose così: tra gli individui che siamo noi ci sono molte divisioni e ciascuno salva la propria vita a scapito degli altri. Regna il peccato umano. Attraverso diversi collettivi ci sono vari tentativi per organizzarsi, coniugare le individualità. Così la vita diventa possibile stabilendo i limiti imposti dalle leggi e dai costumi in difesa dalle libertà “selvagge”.

Dice San Paolo “La legge è in vista del peccato”. Le leggi sono un limite alla vita e alla creatività. Perché la libertà divenga totale bisogna passare dal collettivo alla comunione. Là si realizza l’unità per cui ciascuno può essere libero. Ma l’unità suppone che tutti siano rivolti verso uno, con un solo riferimento. Non possono esserci più “Cristi” perché c’è un solo Dio. Non si fa unità guradandoci i faccia, più ci si guarda e meno ci si piace, ma guardando tutti nella stessa direzione.

La fine delle potenze e delle dominazioni. Non si possono avere molti Cristi, molti capi. Facilmente la divisione rinasce come avvenne a Corinto dove alcuni si rifacevano a Paolo, altri ad Apollo. Ma c’è di più: il fatto che ci sia un solo Cristo, presenza di Dio, ci libera da tutti i poteri del sacro. La sacralizzazione del potere è una delle tentazioni più ricorrenti. Solo il Cristo è designato dal Padre, solo Lui battezza nello Spirito.

La sorgente della libertà è avere per guida solo Colui che è l’espressione dell’amore, la sorgente di tutte le cose; ecco il fondamento della nostra libertà. E anche della nostra unità. Non c’è niente sopra di noi se non Colui che è al di sopra di noi. Così il credente mantiene le distanze da ogni potere che gli si impone, da ogni leader e da uomini della provvidenza. L’unità tra di noi non può avvenire che dalla nostra comunione con l’Essere Unico.

Ma perché un uomo? Ritorna la questione. L’unità e la libertà si potranno ottenere aderendo ad un’unica idea, ad un’ unica ideologia? Potrebbe essere l’idea di un amore universale, qualcosa come “libertà, uguaglianza e fraternità”o una società senza classi ecc. Ma un’idea non ama e non risponde. Il cimento degli uomini non può essere che l’amore e l’amore non esiste che tra le persone.

Di più, un’idea non è che il prodotto di una intelligenza umana non supera l’uomo che la genera. L’unità suppone il superamento di ciascuno e di tutti, è una realtà che ingloba e che deve venire dal di fuori. Dalla nostra sorgente che è anche il nostro fine, cioè a dire qualcosa che è prima di noi che non raggiungiamo completamente e che non possiamo donarci ne donare agli altri: Colui che noi chiamiamo Dio e che raggiungiamo in Gesù Cristo.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it

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II Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Gv 1, 29-34
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 15 – 21 Gennaio 2017
  • Tempo Ordinario II, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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