Commento al Vangelo di domenica 14 Luglio 2019 – mons. Giuseppe Mani

Una religione “in Spirito e Verità”

Qualche tempo fa chiesi ad un amico che si dichiarava agnostico “Perché non hai una religione?” mi rispose “Per spirito religioso”. Questa semplice battuta mi ha rivelato come il muro che divide i credenti dai non credenti è davvero fragile. Lo spirituale cerca sempre le sue vie e ce ne sono: la legge di Dio data al popolo attraverso Mosè, le Beatitudini ( la carta del Regno) proclamate da Gesù. I mezzi quindi ci sono ma bisogna usarli. La legge divina può essere cammino di vita o di morte seguendo il modo con cui lo comprendiamo. Alcuni le rifiutano perché le trovano troppo in contraddizione col loro modo di vivere.

E’ vero che, se presi da spirito di timore e di sottomissione la legge può degenerare in formalismo. Gesù ne ha fatto l’esperienza. Ne ha parlato quando ha detto “il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”. Per avere la salvezza bisogna stare attenti a non sbagliare: il mezzo non è che un mezzo, il regolamento non è che un regolamento.

Tutti gli aspetti della legge.

La legge, le Beatitudine e il Vangelo indicano dei precetti ma sempre con un solo scopo: aiutare coloro che ascoltano e meditano a non passare accanto all’essenziale, a dare a ciascuna cosa il suo posto e l’importanza. E soprattutto mai svuotare del loro senso le parole che a pieno diritto si chiamano ”Parole di vita” perché ci sono donate per guidare la vita dell’uomo.

La legge del Signore , percepita come espressione del dinamismo della vita che nasce dall’amore, ci fa entrare nell’esistenza autentica che è il cammino verso il Regno. Il vero santuario della legge è il cuore. “Questa Parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la mette in pratica”,(Dt.30,14) “E’ l’amore che mi piace più dei sacrifici, la conoscenza di Dio più degli olocausti” (Os 6,6). Gesù lo ricorderà ugualmente “E’ la misericordia che io voglio, non i sacrifici. (Mt 9,13). La legge del Signore è qualcosa di estremamente semplice per colui che può accoglierla nel suo cuore: consiste nel vivere nella luce di un Dio che ci ama e che ci invia a sua volta ad amare.

La legge dell’amore.

Il passo del vangelo di oggi è “troppo conosciuto e non abbastanza letto bene”! E’una lezione magistrale che il Signore ci dona: la sola legge della vita, la sola legge che vale è quella dell’amore, un amore degli altri che non si separa mai dall’amore di Dio. Si potrebbe pensare che sia semplice- almeno in principio- ma non lo è. Col forte effetto del contrasto Gesù presenta due personaggi a due anni luce di distanza: un prete e un levita. Questi due, ossessionati dall’osservanza della legge rituale che proibiva di sporcarsi si tengono alla larga da l’uomo incappato nei briganti. Dall’altra parte un samaritano, un uomo che i giudei consideravano “senza legge” risponde spontaneamente e senza calcolo a questa esigenza: non separare l’amore di Dio da quello del prossimo. E questo, nel suo comportamento più concreto è, agli occhi di Gesù, il modello dell’uomo posseduto dallo Spirito Divino, capace di compassione.

Gesù stesso si è fatto Buon Samaritano per noi entrando nella nostra carne, nella nostra vita, nella nostra morte. San Paolo dice: “fatto peccato” per noi. Ciò facendo ha voluto guarirci, rinnovare in noi la forza di amare.
Rispondendo all’amico dell’inizio credo di poter dire che seguendo il cammino che indica il Signore possiamo testimoniare un autentico spirito religioso: Vivere meglio che possiamo una religione che intenda testimoniare Dio manifestando a ogni uomo, come ad ogni essere, attenzione, rispetto e amore.

Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani

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Letture della
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.

Dal libro del Deuteronòmio
Dt 30,10-1

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima.
 
Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 18 (19)
R. I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
 
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
 
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.
 
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.

Seconda Lettura

Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1,15-20


Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
 
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

Parola di Dio

Vangelo

Chi è il mio prossimo?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
 
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Parola del Signore

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