Commento al Vangelo di domenica 1 Novembre 2020– mons. Giuseppe Mani

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“Fratelli tutti” se Tutti Santi

Vedo ancora Papa Francesco piegato sull’altare della tomba di San Francesco d’Assisi firmare il documento che comincia con le stesse parole usate da Francesco per ammonire i suoi. “Fratelli tutti”. Tempi duri quelli del Santo di Assisi ma non meno duri quelli del Papa argentino eppure tutti e due riconoscono che gli uomini sono tutti fratelli, sognano la loro unità e fraternità ed esortano con fiducia a realizzarla.

Sarà possibile? La lettera del Papa lo lascia sperare ed è bello questo “sperare contro ogni speranza” e continuare a lavorare e lottare per realizzare questa fraternità universale. Tra tutti il Papa sembra aver preso di mira il mondo musulmano e, credo che questo offrire loro continuamente fraternità e accoglienza, questo cercare contatti con i responsabili di quel popolo ci abbia liberati dalle peggiori forme di violenza che i loro gruppi estremisti operano non risparmiando nessuno e facendo martiri anche tra di noi. Purtroppo, ci ammonisce il Vaticano II, finche non tornerà il Signore Gesù, sulla guerra ci saranno guerre e divisioni e Gesù stesso parlandoci del suo ritorno ci annuncia che dovrà dividere i buoni dai cattivi, il buon grano dalla zizzania. Pur sapendo questo il Papa continua a ricordarci che siamo tutti fratelli, in una famiglia molto litigiosa, ma fratelli. Il Papa è sognatore? Vive di utopie? No!

La festa di Tutti i Santi ci apre il cuore invitandoci a guardare alla meta dell’umanità: il Paradiso, dove realizzeremo quella fraternità universale che il Padre ci ha donato e che Gesù ci ha restituito con la Redenzione. Pensare al Paradiso è necessario come per ogni pellegrino pensare alla meta per continuare il suo faticoso cammino. Siamo “Figli di Eva, gementi e piangenti in questa valle di lacrime”. Questa è la vera antropologia, la sana realtà. Quella naturale tendenza a sperare, ad andare avanti nonostante tutto è l’innato sentimento che ci accompagna come creature e che ci sostiene nei momenti difficili. La festa di Tutti i Santi è l’annuncio della beatitudine che ci attende, e accende la speranza che un giorno sarà anche la nostra festa.

I santi fanno parte della nostra famiglia umana e ci sono vicini con la loro amicizia e il loro aiuto. “Siamo concittadine dei santi e familiari di Dio” e ci contagiano con la loro gioia che sostiene la nostra speranza.
Quindici giorni fa la chiesa ha dichiarato beato un giovane sedicenne, Carlo Acutis, e mi ha impressionato l’atteggiamento di sua madre che lo sente presente anche perché operando grazie in tutto il mondo lo vede gioiosamente impegnato come quando era in famiglia e ”più che figlio lo sente come padre”. E’ indispensabile vivere uniti al mondo soprannaturale e sentirne tutta la grazia della comunione. In Paradiso verificheremo che siamo tutti fratelli perché Figli dello stesso Padre e fratelli del Suo unico Figlio naturale Gesù Cristo. Per nessun altro motivo possiamo ritenerci fratelli. Potremo dirci appartenenti alla stessa razza umana ma non fratelli se non abbiamo lo stesso DNA. L’unità dei santi del Paradiso è la perfetta comunione con Dio e lo sguardo rivolto alla luce dell’Agnello. Questo ci insegna quale deve essere la dinamica della costruzione di un mondo fraterno.

“E tu che fai?” ci chiede Papa Francesco nella sua lettera. Nella luce della festa di Tutti i santi la prima cosa da fare è pregare come Gesù ci ha insegnato “Venga il Tuo regno, sia fatta la Tua Volontà come in cielo così in terra” perché l’unità è soprattutto grazia. La seconda cosa annunciare che Dio è il nostro Padre c
omune e che è nella ricerca di Lui che si realizza l’unità tra gli uomini. Non è guardandoci negli occhi, sia pure con “dolcezza” come dice il Papa, che si costruisce l’unità, anzi più ci si guarda e meno ci piacciamo, ma guardando nella stessa direzione che si fa l’unità e la direzione ce la offre Gesù Cristo “tenendo lo sguardo fisso su Gesù autore e perfezionatore della nostra fede”. Portando a Dio, suscitando l’interesse per Lui, evangelizzando si costruisce la fraternità e la pace Così daremo ai nostri fratelli i beni eterni che sono l’autentico amore che supera ogni simpatia umana e rende capaci di compiere atti ci fraternità eroici come dare la vita per il fratello.

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