Commento al Vangelo del 8 Settembre 2019 – Piccole Suore della Sacra Famiglia

AMARE DI PIÙ

  1. Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro:

Meditiamo sul brano evangelico che presenta Gesù in viaggio verso Gerusalemme, consapevole di andare incontro alla morte. Avverte i suoi seguaci che lo attendono passione e morte. Le esigenze della missione comportano distacco dagli affetti familiari, dalle ricchezze della terra e dal proprio io. Chi vuole seguirlo deve essere consapevole di tutto questo. Luca mette in guardia i neoconvertiti della sua comunità avvisandoli circa le esigenze della loro scelta.

“Egli si voltò”: Gesù si rivolge a tutti, le sua parole sono indirizzate alla folla e a ciascuno di noi.

  1. “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio

Seguire Gesù comporta un amore esclusivo e totale, in risposta ad una chiamata di elezione. Chi accetta di essere discepolo di Cristo deve essere disponibile in modo radicale e senza compromessi, non solo per un momento, ma per tutta la vita. Potrebbe essere facile lasciarsi trascinare dall’entusiasmo di un momento. Dobbiamo, invece, perseverare fino all’ultimo respiro in una scelta che impegna totalmente. Lo sanno bene i cristiani perseguitati in ogni parte del mondo; fratelli e sorelle che subiscono torture, pressioni, martirio nel nome di Cristo.

“Non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre”: condizione principale per seguire Gesù è amarlo più di ogni cosa, più di ogni affetto, anche il più legittimo. Afferma: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Marco 3,20- 21.31-35), rispondendo a Giuseppe e Maria e rivolto ai discepoli che lo ascoltavano. Anche i leviti dovevano abbandonare la famiglia per il servizio al Signore, e la comunità di Qumran richiedeva ai suoi membri la separazione dalla famiglia per essere vigilanti in attesa del giorno del Signore.

Al tempo di Gesù le famiglie erano in tali ristrettezze economiche che si chiudevano in se stesse e non compivano la legge del riscatto, cioè non soccorrevano i fratelli e le sorelle della comunità, che rischiavano di cadere in schiavitù. Gesù prospetta la costituzione di una comunità dove si viva con un cuore solo e un’anima sola, in una condivisione che manifesti l’amore di Dio attraverso la carità vicendevole, uscendo da se stessi e superando i legami umani.

  1. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio

Chi segue Gesù deve essere consapevole che il suo Signore è il Crocifisso-Risorto. Essere suo discepolo implica comunione con Lui, partecipare alla sua missione, essere coinvolti nella sua fine ignominiosa e, solo successivamente, alla sua gloria. Qui Luca parla chiaramente non solo delle prove ordinarie della vita a cui ciascuno è sottoposto, ma anche della disponibilità al martirio per Cristo.

“Colui che non porta la propria croce”: significa andare con lui fino a Gerusalemme per essere crocifisso con lui. Evoca l’atteggiamento delle donne che “lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme” (Marco 15,41). Richiama anche la frase di Paolo: “Quanto a me invece, non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Galati 6,14). Seguire Gesù non è fare un’esperienza transitoria, è una decisione da portare avanti ogni momento, senza lasciarsi condizionare dalle emozioni momentanee, dalle fatiche del cammino, dalle prove della vita.

“Non può essere mio discepolo”: è necessario decidere di sconfiggere il proprio io egoistico per scegliere ogni momento di essere discepolo del Signore. Gesù scoraggia le vocazioni basate su facile entusiasmo. Mette davanti tutte le esigenze in modo che la scelta sia basata sulla chiarezza, sulla verità e sull’amore.

 

Chi vuole seguire Gesù deve porsi in ascolto. Egli parla personalmente nell’intimità del proprio intimo. È più intimo a noi di noi stessi: “Tu infatti eri all’interno di me più del mio intimo e più in alto della mia parte più alta, interior intimo meo et superior summo meo” (S. Agostino, Confessioni, III,6,11).”

  1. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine?

Il linguaggio retorico introduce un ragionamento esemplificativo che coinvolge l’ascoltatore.

  1. Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30. dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

La reputazione di una persona, in Oriente, era molto importante, per cui iniziare un lavoro e lasciarlo incompiuto era un’umiliazione grande. Con questa piccola parabola Gesù invita a calcolare prima se si è in grado di affrontare un impegno di grande portata con le sole forze disponibili.

  1. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32. Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

La seconda parabola ribadisce lo stesso argomento. Si riferisce alla politica: un re deve calcolare se è possibile intraprendere una guerra contro un nemico più potente. Gesù non vuole incentivare un proselitismo facile. Delinea tutte le esigenze di una vita seria e impegnativa, scoraggiando chiunque volesse seguirlo per puro fanatismo.

L’entusiasmo facile deve lasciare il posto alla fede nella forza del Signore che, chiamandoci a seguirlo, ci promette tutta la sua benedizione e la sua presenza. Al momento opportuno non ci lascerà mancare l’aiuto necessario per essergli fedeli fino alla morte, fino al dono della vita, se ci verrà richiesto.

  1. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Questo versetto è una ripetizione che vuole ribadire la necessità di rinunciare a tutto, anche ai beni materiali, pur di essere fedeli.

Gesù ci chiarisce che essere cristiani è una scelta seria; comporta determinazione e volontà risoluta di perseverare fino alla fine. Battezzati da piccoli, abbiamo bisogno di riscoprire e riaffermare la nostra adesione a Cristo. Diversamente da quanti credono che il cristianesimo sia un fenomeno culturale, dobbiamo ribadire che ognuno è chiamato da Dio ad essere felice; si è felici (non emotivamente) se si è fedeli; si è fedeli se si sceglie ogni giorno di appartenere al Signore.

Gesù fa leva sull’amore: “di più”. Gli amori umani non bastano a colmare la sete di infinito che alberga nel nostro cuore. Abbiamo bisogno di orizzonti più ampi, di qualcosa di più bello, che solo il Signore ci può offrire. In Lui tutti gli altri affetti vengono elevati e resi più luminosi.

Invochiamo lo Spirito perché ci renda forti nelle prove, coraggiosi nella sequela, svuotati di tutto per farci riempire dalla misericordia e dall’amore di Dio. Conquistati da Lui, ameremo “di più” e, pur portando la croce, saremo più felici.

Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia

Letture della
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza
Sap 9, 13-18
 

Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
 
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
 
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
 
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
 
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 89 (90)

R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
 
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.
 
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
 
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.

Seconda Lettura

Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filèmone
Fm 9b-10.12-17

 
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
 
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
 
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore

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