Commento al Vangelo del 8 novembre 2015 – p. Ermes Ronchi

ermes ronchi

Il Vangelo ci offre una maestra senza parole, una vedova povera, messa sulla cattedra degli scribi per una lezione fondamentale. Seduto davanti al teso ro del tempio, Gesù osservava come la folla vi gettava monete. Notiamo il particolare: osservava ‘come’, non ‘quanto’ la gente offriva. Venuta una vedova povera, vi gettò due moneti ne : lui ha saputo scorgere la donna in mezzo alla folla, la fa notare ai discepoli, e offre loro la sua lettura spiaz zante e liberante: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri . Due spiccioli, un niente pieno di cuore. Le bilance di Dio non sono quantitative. Conta quanto peso di vita, quanto di lacrime e di speranze è dentro que gli spiccioli. È questo il motivo ultimo per cui Gesù esalta il gesto della donna: Tutti hanno gettato del loro super fluo, lei ha gettato tutto ciò che aveva per vivere . Questa vedova povera è la sua icona, anche lui darà tutto, tutta la sua vita. Chi dà di più alla vita, al mondo, alla storia? Sono gli uomini e le donne delle beatitudini, le persone di cui i giornali non si occuperanno mai, quelle dalla vita nascosta, assetati di pace e di giustizia, i limpidi di cuore. Quelli che sorreggono il mondo sono coloro che sanno regalare un pezzetto di vita agli altri. E lo fanno con tutto il cuore. I primi posti di Dio appartengono a quelli che, in ognuna delle nostre case, danno ciò che fa vivere, regalano vita con mille gesti non visti da nessuno, gesti di cura, di accudimento, di attenzione, rivolti ai genitori o ai figli o a chi busserà domani. Fossero anche spiccioli di bontà, solo briciole, non è mai irrisorio, mai insignificante un ge sto di bontà cavato fuori dalla nostra povertà. Lo sa bene una vedova, una donna povera e sola, l’emblema della mancanza. La sua mano getta, dona con gesto largo, sicuro, generoso, con vinto, anche se ciò che ha da donare è pochissimo. Ma non è la quantità che conta, conta sempre il cuore, conta l’investimento di vita che tu metti in ciò che fai. La fede della vedova è viva e la fa vivere. Non le dà privilegi né le riempie la borsa, ma le allarga il cuore e le dà la gioia di sentirsi figlia di Dio, così sicura dell’amore del Padre da donare tutto il poco che ha. Questa donna, che convive col vuoto e ne conosce l’angoscia, è fiduciosa come gli uccelli del cielo, come i gigli del campo. In quei due spiccioli c’è l’intera sua vita gettata nelle mani di Dio.

p. Ermes Ronchi

XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

[ads2]Mc 12, 38-44
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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