Commento al Vangelo del 7 Luglio 2019 – don Giovanni Berti – Gioba

“la messe è molta ma pochi sono quelli che ci lavorano!”

Questa affermazione di Gesù è sempre stata letta come una “lamento” di Gesù ed un invito a pregare per sempre nuove vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale perché sono sempre pochi coloro che diventano preti, frati o suore…

L’accento è sempre stato posto su quel “sono pochi…” e non sull’affermazione principale, cioè “la messe è molta…”

In questa zona dove sono parroco, quando siamo tra fine ottobre e inizio di novembre, è tempo di raccogliere le olive sui tantissimi ulivi che riempiono le nostre campagne, campi e anche piccoli giardini. La raccolta delle olive da portare poi nei vari frantoi, coinvolge moltissime persone. Ci sono stagioni in cui le olive da raccogliere sono tante e altre stagioni in cui, per varie ragioni, sono poche e quindi cala sia il lavoro di raccolta che la produzione di olio finale. Ma quando sono tante, bisogna davvero lavorare in fretta e in tanti perché non vadano perdute, e così alla fine l’olio è davvero ottimo in qualità e in quantità.

È davvero una festa vedere sugli alberi tante olive belle e sane pronte ad essere trasformate in buon olio, e si dice spesso che coloro che le raccolgono non sono mai abbastanza per fare un buon lavoro.

Quando Gesù dice che “la messe è molta…” ancora una volta rivela il suo sguardo positivo sul mondo, che lui vede come carico di positività, di bene, di amore…. in una parola Gesù vede il mondo carico della presenza di Dio.

Come le olive sugli alberi non vanno da sole in frantoio per diventare olio, così anche il bene presente nel mondo, nel cuore degli uomini, quello che Dio ha seminato di sé stesso nell’umanità, ha bisogno di qualcuno che lo faccia emergere e che non lo faccia sprecare.

Gesù Figlio di Dio è il primo ad essere sceso nel concreto della storia umana per far emergere il bene di Dio seminato nel cuore di tutti gli uomini. Lui è riuscito a far fruttare anche i cuori apparentemente più aridi di peccatori e lontani, smascherando invece la finta fruttuosità di tanti che si credevano giusti e timorati di Dio.

Gesù invia a fare la sua stessa missione settantadue discepoli che proprio in quel numero simbolico rappresentano l’intera umanità. Settantadue infatti era il numero delle nazioni del mondo secondo quello che si credeva allora. Possono quindi essere al servizio della messe di Dio tutte le persone che si fidano di Dio e aiutano il mondo a far fruttare il bene che già c’è, ed è in abbondanza.

Pur rimanendo un invito a pregare per le vocazioni presbiterali e religiose, questo Vangelo indica quale è la missione di ogni cristiano, di qualsiasi estrazione, lavoro e capacità. Come discepoli tutti abbiamo il compito di far sì che l’amore di Dio seminato nel mondo non vada perduto e che sempre più persone si sentano coinvolte in questa raccolta di bene.

Tutti siamo quindi missionari del Vangelo, tutti siamo chiamati a lavorare per Dio, e non saremo mai abbastanza per questo lavoro!

Gesù poi indica lo stile di questa missione e anche il modo perché sia davvero efficace.

La povertà dei mezzi è la prima ricchezza della missione: lavorare per Dio che già lavora nel cuore del mondo ci porta a fidarci di Lui, altrimenti rischiamo di testimoniare cose che non crediamo.

La fiducia in Dio è fiducia nel prossimo, abbassando le difese e le spade sguainate con le quali spesso affrontiamo il mondo e le persone. Il mondo è pieno di lupi ma la soluzione non è diventare anche noi lupi per sbranarci a vicenda.

Lavorare per il campo di Dio significa fidarsi del prossimo, prendersi cura gli uni degli altri e con le parole ma ancor più con i gesti far capire a chi abbiamo davanti che il Regno di Dio è vicino, non tanto guardando in alto, ma dentro i nostri occhi.

don Giovanni Berti – Sito web

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Letture della
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,10-14c

Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
 
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 65 (66)
R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
 
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
 
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
 
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.

Seconda Lettura

Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 6,14-18

 
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
 
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
 
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
 
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12.17-20

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
 
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore
 
Oppure forma breve:
La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

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