Commento al Vangelo del 7 Aprile 2019 – Azione Cattolica

«Tu che ne dici?». È l’interrogativo posto a Gesù per metterlo alla prova riguardo alla sua misericordia. Egli è un maestro che insegna secondo verità, e non può venir meno a questo suo compito. È con questo pretesto che cercano di incastrarlo, di bloccare il suo tentativo di arrivare al cuore della Legge, non più scritta su tavole di pietra ma nella carne, la sua carne. Scribi e farisei non portano infatti dinanzi alla sua attenzione un ragionamento, ma una donna colta in adulterio.

Ora la Legge è chiara e prevede la lapidazione. Infatti tutti si muniscono di pietre. A questo punto, però, l’interrogativo, lo stesso che viene posto ancora oggi al suo corpo, la Chiesa, ai suoi figli, i cristiani. Vogliamo una risposta forse anche noi stessi al “tu che dici?” e forse anche all’“io che dico?”. Gesù propone a tutti i presenti di ieri e di oggi una riflessione: «Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra». Egli rimanda a un dato di fatto, all’interpretazione totale della Legge, non a un giudizio parziale. Chi può, infatti, presentarsi giusto dinanzi a Dio e avanzare pretese di condanna per gli altri?

Dio, poi, mette al centro non il giudizio, ma l’uomo: «Nessuno ti condanna?». Di fronte alla miseria, Dio usa misericordia.
Il suo giudizio non è la condanna, ma l’assoluzione. Dio libera l’uomo dalla morsa del peccato, lo rimette in piedi, gli ridà dignità. Egli chiede di essere anche noi uomini liberatori che non uccidono con la condanna ma che, avendo sperimentato l’assoluzione per i propri peccati, sono pronti a usare misericordia.

È questo il registro di Dio, scritto da Gesù. Egli entra nella condizione dell’uomo prostrato nella polvere a causa del peccato e lo ricrea a motivo del suo perdono. Gesù intende trattarci con questo stile amorevole. E noi?

O Dio, siamo prostrati nella polvere del suolo.
Abbiamo perso la nostra dignità a causa del peccato.
Ci siamo lasciati afferrare da tutto ciò che non è vita.
Nel tuo amore misericordioso di Padre,
facci passare dalla morte alla vita.
Scrivi, come per la donna, il nostro nome nel libro della vita.
Rimettici in piedi.
Aiuta i nostri fratelli a guardare
non tanto al peccato commesso, quanto alla persona.
Ti preghiamo, concedi a ciascuno di noi di vedere l’altro
con occhi di amore e di perdonare come tu ci perdoni.

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