Commento al Vangelo del 6 novembre 2016 a cura di Wilma Chasseur

CHI SONO I FIGLI DELLA RISURREZIONE?

I Sadducei e la risurrezione. Non ci credevano proprio! Anche se godevano di una certa considerazione e autorevolezza, alla risurrezione non ci credevano per niente e posero a Gesù una domanda assurda, proprio per mettere in ridicolo, anche se velatamente, il suo insegnamento sulla risurrezione e sull’al di là.

Come i raggi del sole
[ads2]Ma Gesù risponde loro che prendere moglie o marito è cosa di questo mondo, perché nell’al di là, anche la comunione dei coniugi, non dipenderà dall’essere stati marito e moglie, ma dal loro grado di comunione con Dio, secondo la legge dei raggi del sole: più sono vicini al sole più sono vicini tra loro.
Questo vangelo pone l’accento sulla straordinaria realtà della vita nell’al di là.
Fin d’ora siamo figli di Dio, ma CIO’ CHE SAREMO NON E’ STATO ANCORA RIVELATO. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché LO VEDREMO COSI’ COME EGLI E’. Promessa straordinaria: vedremo Dio faccia a faccia. Avremo quel lume di gloria che ci eleverà per così dire, a livello di Dio: e questo lo farà il dono dell’intelletto. Altrimenti saremmo un po’ come il gattino messo davanti a una stupenda opera d’arte: esso se ne fa un baffo, non ha l’intelletto per capirci qualcosa. Neppure noi, non ci capiremmo niente di Dio se Lui stesso non venisse in nostro soccorso.

Come saremo nell’al di là
Ecco allora il lume di gloria che ci darà un supplemento d’intelligenza per vedere Dio. Sarà un rifulgere del lume divino nella nostra anima, perché – come affermava già san Tommaso d’Aquino – “l’anima ha un doppio candore: il rifulgere del lume naturale della ragione e il rifulgere del lume divino” Questo, corpo seminato nella miseria risorgerà nella gloria: sarà un corpo integro e perfetto che risplenderà come il sole. Ci muoveremo col semplice desiderio dell’anima. Ritroveremo quell’abito di gloria che avevamo perso col peccato originale. Dopo di allora infatti, le nostre facoltà spirituali, hanno perso la loro supremazia sul corpo e sulla materia, ma nel regime di gloria, le nostre facoltà spirituali saranno di nuovo padrone anche della realtà corporea. Basterà desiderare per muoversi. Basterà voler vedere Dio per vederlo e per godere di Lui. Le qualità dei corpi risorti saranno l’impassibilità (il corpo non soffre più ed è totalmente dominato dall’anima), l’agilità (muoversi secondo il semplice desiderio), e lo splendore dovuto alla “ridondanza della gloria dell’anima sul corpo”.

L’Universo, di nuovo “obbediente” all’uomo
Chi sono i figli della risurrezione? Sono i santi. A rigor di termini, la santità è attributo esclusivo di Dio: “Tu solo il Santo, tu solo l’Altissimo, Tu solo il Signore”. Ma noi diventiamo santi perché partecipiamo alla santità di Dio come il vetro partecipa alla luce del sole. Quando il vetro è totalmente investito dalla sua luce non si distingue più l’uno dall’altro. Anche questo Universo fisico, che ora ci spaventa nella sua sconfinata immensità (miliardi di anni-luce) nella risurrezione sarà di nuovo messo sotto il nostro potere, come lo era nel giardino dell’Eden, perché i “figli della risurrezione” sono figli di Dio Padre, partecipi dei suoi attributi.

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XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

[ads2]27Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosé ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosé a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

  • 06 – 12 Novembre 2016
  • Tempo Ordinario XXXII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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