Commento al Vangelo del 6 Maggio 2018 – Don Francesco Cristofaro

Sesta domenica di Pasqua:
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Prima Lettura  At 10, 25-27. 34-35. 44-48
Anche sui pagani si è effuso il dono dello Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli

Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.

Pensiero.

Gli uomini non possono essere definiti dagli uomini puri ed impuri, mondi ed immondi.  Dio non pensa così; così non agisce. Presso il Signore non ci sono preferenze di persone.  Presso di Lui c’è il cuore e la volontà. Gesù non è solo per i cristiani ma è per tutti coloro che vogliono accoglierlo ma non possono accoglierlo se non lo conoscono, se nessuno lo annuncia loro. Ecco il compito dei cristiani: non quello di fare distinzioni a chi dire e a chi non dire la Parola di Gesù ma quello di seminare in ogni cuore, in ogni terreno la Parola che salva. Se un cuore non accoglie Cristo perché non vuole, sua sarà anche la responsabilità di questa non accoglienza. Se un cuore non accoglie Cristo perché nessuno non lo ha annunciato, la responsabilità sarà dei discepoli che si sono assopiti, hanno pensato a se stessi e non alla missione.

Seconda Lettura  1 Gv 4, 7-10
Dio è amore.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Pensiero.

Se nel cuore dell’uomo c’è l’odio non può amare. Cercherà vie per seminare morte, panico, divisioni, calunnie. Pensate ad una comunità parrocchiale dove vivono membri che sono lupi travestiti da pecore. È la fine! C’è un modo per amare? Si, uno solo. come ha amato Cristo: La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,  non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,  non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.  Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1Cor 13,4-7).   Questa dovrebbe essere la regola di vita di ogni cristiano e di ogni uomo.

Vangelo  Gv 15, 9-17
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Pensiero.

Il filo rosso di questa VI domenica di Pasqua è l’amore. Una prima verità di questo vangelo ci dice che non possiamo amare se non osserviamo i comandamenti. Fuori dall’osservanza dei comandamenti non è un amore vero ma un amore fatto di parole e le parole si disperdono nel vento. Una seconda verità ci dice che questo amore deve essere gli uni per gli altri.

Dio e Comandamenti sono una cosa sola. Non si ama Dio se non si amano i suoi Comandamenti, che sono il suo cuore. Cristo Gesù è il Vangelo sono una cosa sola. Non si ama Cristo Gesù se non si ama il suo Vangelo, che è la sua stessa vita. Si amano i Comandamenti, si ama Dio. Si ama il Vangelo, si ama Cristo Gesù. Questo legame deve rimanere sempre indissolubile. Qual è il segno che noi amiamo Cristo Gesù? L’amore per ogni suo discepolo. L’amore per il suo corpo. Chi non ama il corpo di Cristo, non ama Cristo. L’amore per il corpo di Cristo è il segno inequivocabile che noi amiamo Gesù.

Mettiamoci in discussione:

  1. Annuncio il Vangelo senza fare differenze di persone?
  2. Sono uno strumento di pace e amore?
  3. Quali sono i comandamenti che faccio difficoltà a vivere?

don Francesco Cristofaro

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