Commento al Vangelo del 6 Gennaio 2019 – Fraternità Gesù Risorto

Il mistero, di cui San Paolo si dichiara annunciatore, è l’opera di grazia e di vita nuova che viene annunciata dalla Chiesa, e non solo annunciata, ma anche comunicata attraverso i santi sacramenti! Quest’opera è salvezza! Nessun altro e null’altro può comunicare la salvezza che comunicano i misteri della nostra fede: per questo essa è desiderata da molti, e per questo essa è odiata da ogni Erode che si vuol fare dominatore del mondo e quindi oppressore di ogni persona umana.

Lo contempliamo oggi questo mistero: Gesù viene presentato dalla Madre Maria, e dalla Madre Chiesa, a tutto il mondo, a tutti i popoli, a tutte le religioni, a tutte le culture: è annunciato come colui che è venuto per loro, per accoglierli e offrire loro quella gioia che stanno cercando a tastoni. I Magi, di cui parla il vangelo, rappresentano la ricerca dei cuori umani. Non solo il popolo d’Israele era ed è in attesa di un Salvatore, del Messia, ma tutti i popoli percepiscono di aver bisogno di qualcuno che colmi il vuoto dei loro cuori. Tutti sono alla ricerca del Figlio che nasce per tutti. Dovunque si guardi, persino se si guardano le stelle, si arriva a comprendere che deve venire alla luce colui per il quale e grazie al quale tutto è stato fatto.

La pagina del vangelo racconta un evento significativo, quasi fotografia di ciò che avviene ad ogni uomo e ad ogni popolo. Coloro che si mettono alla ricerca del significato della vita e della storia, s’imbattono in personaggi importanti e famosi per la loro potenza o intelligenza o ricchezza, come i Magi, che si sono incontrati con Erode, con gli scribi e con i sacerdoti del tempio. Non sono essi che risolvono la ricerca, ma – stranamente e misteriosamente – proprio essi, inconsapevolmente, mettono in luce l’importanza delle sante Scritture!

Il contatto con le Scritture comincia a togliere la nebbia dal cammino. Arrivano indicazioni sicure per continuare la ricerca con maggior precisione. Insieme a queste certezze, pur sempre circondate dal mistero, ecco la gioia, segno della vicinanza di Dio!

La gioia accompagna le ultime fasi della ricerca, quando ormai si riesce a vedere che la grandezza dell’uomo non è quella dei potenti, dei ricchi, dei cosiddetti sapienti. E la gioia rimane anche in presenza dell’invidia, della gelosia, della falsità di questi uomini ambiziosi, prepotenti, interessati e ottusi.

Quando finalmente – come i Magi – troviamo il tesoro nascosto, il Figlio di Dio, il Bambino in braccio alla Madre, allora svanisce ogni preoccupazione per noi stessi, per la nostra vita. Allora troviamo gioia nell’essere poveri e piccoli, nel rimanere nascosti, nel donare ogni gloria e ogni attenzione a quel Figlio che ci ha riempito mente e cuore con la sua umiltà e dolcezza, con la sua vita e la sua misteriosa povertà. Trovato il Bambino, i Magi, svuotano i loro scrigni, lasciano le loro ricchezze (l’oro), i loro sogni di gloria (l’incenso), il loro desiderio di darsi un nome per il futuro (la mirra), tutto lasciano a quel Bambino: è lui infatti che sa usare l’oro con amore, è lui che merita l’obbedienza dei popoli, è solo il suo nome che può dare valore ai secoli a venire.

I Magi sono profezia per noi. Noi ripercorriamo le fasi della loro ricerca per arrivare a Gesù e, trovando lui, a gustare la vera gioia, quella gioia che per sussistere non ha più bisogno di ricchezze, ma, semmai, le ricchezze le fa donare: in tal modo diventa ancora più grande.

I Magi rappresentano i popoli pagani, cioè le varie religioni del mondo. Tutto il mondo è alla ricerca di Gesù, anche se non lo sa.

Noi, che lo portiamo nel cuore, possiamo, almeno un poco, essere un raggio di quella stella che orienta decisamente a Betlemme, al luogo dove si trova il bambino, alla Madre, sulle cui braccia egli riposa e attende! Continuiamo a tenere Gesù nel cuore, a coltivare il suo amore, a restare con lui, a obbedire alla sua parola: la nostra vita diventerà testimonianza, attrazione, indicazione per i passi da compiere per arrivare a lui! E noi stessi, prima di tutti, anche se la rabbia della delusione o l’odio o l’invidia di qualcuno potrà farci soffrire, saremo colmi di gioia!

Di questa gioia si era fatto annunciatore Isaia, rivelando che tutto il mondo si radunerà in un sol luogo a proclamare le lodi di Dio: noi sappiamo che quel luogo è la grotta di Betlemme!

A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo  -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN

Leggi il brano del Vangelo

Mt 2, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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