Commento al Vangelo del 5 Maggio 2019 – Don Francesco Cristofaro

PRIMA LETTURA
Dagli Atti degli Apostoli (At 5, 27-32. 40-41)

In quei giorni, il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: “Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo”. Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui”. Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà. Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù.

Commento

Quando si è testimoni diretti di un evento, di un fatto, si può dichiarare il contrario di ciò che si è udito e visto? Si può dire ciò che altri vorrebbero ma che non corrisponde a verità. Assolutamente no. Pietro e gli Apostoli hanno ricevuto lo Spirito Santo e con esso sono diventati testimoni autentici e coraggiosi del risposto ed ecco che Pietro può affermare: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui”. Chi tace la verità di Cristo, per paura o vergogna non può essere un degno discepoli di Cristo. Se ci vergogneremo di Lui anche Lui si vergognerà di noi e non ci riconoscerà a tempo opportuno.

SECONDA LETTURA
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni Apostolo (Ap 5, 11-14)

Io, Giovanni, vidi e intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: “L’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione”. Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: “A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli”. E i quattro esseri viventi dicevano: “Amen”. E i vegliardi si prostrarono in adorazione.

Commento

In questa seconda lettura  viene rivelata la grandezza del nostro Dio che non è un Dio solitario nel Cielo ma il Signore, il Re, il Sovrano, perché il Creatore di una moltitudine senza numero di Angeli. Questi angeli lo servono e lo adorano. Non solo gli Angeli, innumerevoli, proclamano la verità di Cristo Gesù. Non solo gli angeli ma tutto l’universo  creato del cielo, della terra, sotto terra, del mare, quanto esiste dalla più piccola alla più grande creatura, formula la stessa confessione di fede: Cristo Gesù, l’Agnello, è confessato in tutto uguale a Dio, senza alcuna differenza. Considerazione: se l’universo intero, in ogni sua creatura, confessa che l’Agnello Immolato è in tutto simile a Dio, ci potrà mai essere sulla terra un uomo che neghi questa verità?

VANGELO
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 1-19)

In quel tempo Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando gia era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un pò del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.

Commento

Gesù chiama “Figlioli”. Era questo il suo modo. Durante l’Ultima Cena così li aveva chiamati. Notiamo ora il suo grande amore. Gesù per prima cosa si interessa del cibo materiale: “Non avete nulla da mangiare?”.  Gesù vede sempre l’uomo nella sua situazione storica, attuale, lo vede qui ed adesso. All’uomo in situazione storica Gesù parla. Così è assai facile entrare in dialogo. Dal dialogo tutto poi si sviluppa. I discepoli si fidano di quest’uomo.  Chiediamoci ora: cosa ha fatto Gesù per creare nei loro cuore una tale fiducia? Ha parlato loro con amore. Si è interessato a loro. Ha visto la loro fame e ha suggerito loro come potersi sfamare. I discepoli si sono sentiti amati da Gesù. È l’amore che crea la fiducia, l’ascolto. Un comando senza amore mai creerà la fiducia nel cuore e senza fiducia mai ci sarà ascolto. Ecco il grande segreto di Gesù: Egli ama. Ama veramente. L’amore lo rende credibile. La credibilità si trasforma in azione. L’azione in un grande frutto. Il grande frutto in una grandissima fede. Possiamo noi imitare Gesù?

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