Commento al Vangelo del 4 novembre 2012 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

IL PIÚ GRANDE COMANDAMENTO

Mosè parla al popolo dicendo: ascolta Israele il Signore è il nostro Dio. I precetti che devono essere fissi nel cuore non sono inventati da Mosè, ma rivelati. Il rapporto con il Signore inizia da questa disponibilità. Ascoltare vuol dire accogliere, è ubbidienza. Il cammino del popolo attraverso il deserto sotto la guida di Mosè rappresenta una conversione. L’uscita dalla schiavitù egiziana è l’incontro con una nuova libertà offerta da Dio che chiede di essere amato. L’osservanza della legge è un atto di amore verso Colui che si prende cura del suo popolo. Amare significa essere in relazione. Il primo di tutti i comandamenti è dunque riconoscere questa corrispondenza e il fatto che in essa si realizza la nostra umanità autentica. Per questo siamo chiamati ad una amore totalizzante, che coinvolge cuore e mente, che impegna tutte le forze fino all’anima, che è il centro vitale e propulsivo dell’uomo. E questo si realizza nell’imitazione della generosità dell’Infinito, che si consegna completamente a noi. Il Signore non ci chiede di essere fedeli a delle regole esteriori, ma a costruire il suo Regno vivendo nella pace, nel rispetto reciproco e nell’attenzione verso ogni uomo. Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio a sacrificarsi per salvare l’intera umanità. Se dunque il mio prossimo è degno, come lo sono io, di questo amore, come posso non amarlo? Questo profondo rispetto di chi è oggetto dell’amore di Dio conduce naturalmente ad osservare tutti i comandamenti perché non posso fare nessun male a chi considero un fratello. Noi saremo giudicati sull’amore. Non ci sarà chiesto se abbiamo mangiato la carne il venerdì, ma se ci siamo presi cura di noi stessi e degli altri. Per questo lo scriba dice a Gesù che amare il prossimo vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici. I precetti sono un mezzo per mantenerci sulla strada, ma non sono più importanti dell’amore per il prossimo. Il Maestro vuole che la nostra sia una religione vissuta col cuore, non un fatto esteriore. È questa religiosità di facciata che Egli ha sempre rimproverato ai farisei. Vi riconosceranno da come vi amate. Questo è il fondamento del nostro essere cristiani.

Mc 12, 28-34
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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