Commento al Vangelo del 4 marzo 2018 – P. Antonio Giordano, IMC

La Quaresima è il tempo dell’esodo da uno stato di peccato alla libertà dei Figli di Dio: non a caso, in Quaresima, la prima lettura della Messa è quasi sempre tratta dal libro dell’Esodo.

Non è facile uscire dalla schiavitù del nostro peccato: fuori dalla fede, si può chiamare fragilità, difetto, punto debole… e chi non ne ha? questa considerazione umana può esonerarci dallo sforzo di migliorarci… Però, noi siamo uomini e donne di fede! e la fede ci aiuta a capire e credere, che quel punto debole è in verità un peccato, cioè una mancanza che potevamo evitare, se solo avessimo ricercato un rapporto più stretto e convinto con il Signore.

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Ci sono due modi di osservare i Dieci Comandamenti:

A – il primo è quello di riconoscere alla luce del Decalogo, che viene considerato come un codice morale di vita, quale sia il nostro peccato per decidere di non commetterlo più, o, almeno, abbassare la frequenza delle cadute; sarebbe già un bel progresso. L’attenzione resta focalizzata sull’atto da fare o da evitare, sull’obbligo o sul divieto, quindi a un livello umano.

B – L’altro modo di reagire al nostro peccato è quello di non fermarci al peccato in sé, ma risalire alla fonte, a Colui che ci chiede di non peccare, perché, peccando smentiamo la nostra fede, intacchiamo il rapporto di amore che ci lega a Dio, e al prossimo… Il divieto in se stesso non basta! il comando in se stesso non basta! È un po’ come quando, da bambino, papà comandava: “Non fare questo!”, e alla nostra domanda: “Perché?”, lui rispondeva: “Tu non farlo, e basta!”…

Chiediamoci sempre il senso di quello che facciamo! Perché Dio ci ha dato questi dieci comandi? Riflettere sul motivo è più efficace che riflettere solo sull’azione in quanto tale.

Noi collochiamo al primo posto la fede, la quale diventa il paradigma di riferimento per distinguere il bene dal male: e la fede non è solo un decalogo di obblighi e divieti; la legge morale non coincide con la fede. La fede è superiore alla morale!

Senza la fede, la morale decade a un freddo compendio di leggi, per di più discutibili, alla luce di altri principi… per esempio, il principio del piacere, che per molti uomini e donne, costituisce la vera legge della vita: io faccio una cosa perché mi piace farla… È l’obiezione, più o meno ingenua, di molti adolescenti, riguardo all’uso delle droghe leggere o pesanti, dell’alcol, del sesso… “Fumo o mi inietto la droga, mi ubriaco di alcool ogni sabato sera, perché mi va di farlo! Vado a letto con la mia ragazza… non facciamo male a nessuno!”… Anche per molti adulti l’obbiezione è sempre la stessa: “In fondo non faccio male a nessuno!”.

Questo è ciò che può capitare quando lo sguardo resta fisso sul singolo atto e non risale per la fede alla sorgente del Bene, che è Dio. Se riaprissimo più sovente la Bibbia troveremmo il vero significato del peccato, della disobbedienza a Dio. Ricordiamo quella semplice regola che insegnano a scuola guida: “Non guardare il volante, alza gli occhi e guarda avanti, vedrai che andrai diritto!” O la bicicletta: “Non guardare la ruota, e andrai diritto”.

Alziamo gli occhi e il cuore a Dio e osserveremo i 10 Comandamenti nel modo perfetto.

“Lo zelo per la tua casa mi divora!”

Non è la casa materiale di Dio ma è la casa spirituale della nostra anima. Lo zelo per il Signore, la fede, può fare cose straordinarie, atti eroici di virtù, come leggiamo nei Santi, come vediamo in Papa Francesco….

Esattamente come ciò che Gesù fece nel Tempio di Gerusalemme, a pochi giorni dalla festa di Pasqua. Un gesto eclatante, che solleva un gran polverone e mette in allarme le autorità religiose. Il motivo scatenante erano i soldi, o, come dice il Vangelo, il mercato. Ma Gesù ha guardato la sua risurrezione – in tre giorni lo edificherò – la forza per l’osservanza dei Comandamenti.

Lo Spirito Santo risvegli in noi lo zelo per il Signore; non si tratta di fondamentalismo. La fede non ammette violenza, né atto di forza, perché è fiducia in Dio, ma dà il coraggio di dire sì, sì, e no, no, senza tentennamenti o debolezze umane.

La Madonna della Risurrezione ci assista.

Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della Terza Domenica di Quaresima – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 4 Marzo 2018 anche qui.

Gv 2, 13-25
Dal Vangelo secondo Giovanni
13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. 18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. 23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 04 – 10 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima III
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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