Commento al Vangelo del 4 gennaio 2015 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

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IL VERBO

Il vangelo di Giovanni è l’ultimo ad essere stato scritto e si differenzia dai primi tre, che sono detti sinottici perché hanno una struttura simile. Il suo contenuto è più teologico e originale. Nel prologo che leggiamo oggi, l’evangelista definisce la divinità del Figlio, che è eterno come il Padre ed è il mediatore della creazione dell’universo, come diciamo tutte le domeniche nel credo. Verbo traduce il greco Logos, che è la parola creatrice, la voce stessa di Dio. Il mistero che contempliamo nel Natale è l’incarnazione del Verbo che da infinito si fa finito. Colui che era fin dal principio, si fa bambino nel seno della Vergine, prende un corpo mortale per essere il Dio-con-noi, l’Emmanuele. Vuole diventare il modello vivente di ciò che ogni uomo deve essere: un figlio che si abbandona con piena fiducia nelle braccia del Padre. Dio non annulla la nostra libertà, non ci costringe a credere scendendo dal cielo in una manifestazione di potenza, ma vuole che ciascuno lo scelga, come si fa con chi liberamente si ama. Un bambino è assolutamente indifeso e può vivere solo se viene accettato e accudito. L’Onnipotente si fa debole per darci la possibilità di accoglierlo e di crescere con lui, come ogni genitore fa con i propri figli. Non è solo un mistero, ma un’autentica follia, uno di quei gesti sconsiderati che sanno fare gli innamorati. Il suo amore per noi è tale che si mette in nostro potere e viene ucciso da chi lo rifiuta. Venne tra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. La libertà è il nostro vero e unico potere. Non possiamo salvarci dal decadimento e dalla morte, ma possiamo rifiutare Dio. Per questo esiste l’inferno, non per il volere divino di punire l’uomo, ma per il rispetto della sua scelta: se qualcuno rinnega Dio fino alla fine, raccoglie ciò che ha seminato, cioè la morte eterna, perché senza di lui niente può esistere. Chi invece lo accoglie diventa suo figlio. Il Creatore, facendo l’uomo, lo voleva accanto a sé, ma il peccato lo ha allontanato. Dio ci dà una seconda possibilità di scelta, questo è lo scopo della nostra vita. Chi lo accetta ritorna alla dignità di figlio, viene divinizzato. Noi saremo simili a lui perché lo vedremo così come egli è, dice lo stesso Giovanni (1Gv 3, 2). Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi, è tuttora con noi, lo incontriamo nella Parola e nel Pane ogni volta che celebriamo la messa. Vivere il Natale è dunque partecipare alla contemplazione dell’evangelista e scoprire la sua presenza nel nostro oggi. Il mondo ha bisogno di lui e noi possiamo permettere che si renda visibile attraverso di noi. Come la Vergine abbiamo la possibilità di accogliere il Verbo e farlo diventare carne in noi.

Gv 1,1-18
Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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