Commento al Vangelo del 31 Gennaio 2021 – Piccole Suore della Sacra Famiglia

TACI, ESCI DA LUI

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B – MARCO 1,21-28

In quel tempo, 21. Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao] insegnava.

Il brano odierno presenta alla nostra meditazione l’insegnamento e l’esorcismo praticato da Gesù a Cafarnao (in ebraico significa letteralmente: villaggio di Nahum), cittadina a nord del lago di Tiberiade, che si trova in un luogo di passaggio tra la Palestina, il Libano e l’Assiria. Gli abitanti sono provenienti da vari popoli, prevalentemente pagani.

Marco, nel suo Vangelo, scritto negli anni settanta dopo Cristo, catechizza le sue comunità per aiutarle a capire come annunciare concretamente la Buona Novella. Descrive cosa fa Gesù nella sua giornata “tipo”.

Dopo aver lasciato Nazareth, Gesù abita a Cafarnao, ospite nella casa di Simone (Pietro), nelle soste tra un itinerario e l’altro in Galilea e in Giudea. Egli non è più da solo, ma vive con una comunità che lo segue (il brano della domenica precedente ha, infatti, presentato la chiamata dei primi discepoli).

Gesù partecipa abitualmente alla preghiera del sabato, come ogni pio israelita, nella sinagoga della città, per obbedire al comandamento di santificare il settimo giorno (cfr. Esodo 20,8-11; Deuteronomio 5,12-15). Avveniva normalmente che un ebreo credente (compiuti di tredici anni) laico, come Gesù, venisse chiamato a leggere le Scritture ed eventualmente a commentarle. Tuttavia l’insegnamento di Gesù è particolare. L’evangelista non ci riferisce i contenuti del suo insegnamento, a differenza di Luca (cfr. Luca 4,16-21).

  1. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli

Lo stupore dei fedeli nella sinagoga nasce dal fatto che Gesù insegna in modo nuovo, cioè con parole accompagnate ad azioni che le confermano; e con autorità (exousia), cioè non solo spiegando la legge, come fanno gli scribi, ma con un insegnamento che sgorga da lui stesso, dai suoi gesti, dal suo modo di guardare, ascoltare, guarire le persone.

Gesù attira l’attenzione, perché la sua parola viene dalle profondità del cuore, esprime convinzione e passione. Il suo insegnamento scaturisce dall’intimità silenziosa con il Padre, da una coerenza tra proclamazione e vita. Gesù non seduce per l’erudizione e le citazioni, ma perché arriva al cuore di chi ascolta, che ne resta scosso, ferito, convinto, consolato. Egli ha autorità, cioè è credibile, perché realizza ciò che dice.

  1. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24. dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”.

Inizia l’episodio dell’uomo indemoniato, un uomo in cui il demonio opera in modo particolare, opponendosi allo Spirito Santo di Dio. Il dialogo avviene tra lo spirito impuro e Gesù (non tra l’uomo e Gesù).

“Uomo posseduto”: una persona dichiarata impura non poteva presentarsi davanti a Dio per pregare e non poteva ricevere la benedizione promessa da Dio ad Abramo, se non dopo essersi purificata, secondo molte norme da osservare, che rendevano quasi impossibile la riammissione nella società.

“Che c’è tra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio!”. Il male teme la presenza di Cristo, si sente minacciato perché Gesù gli toglie la possibilità di continuare a dominare l’uomo.

“Io so chi tu sei”: il primo riconoscimento di Gesù come Figlio di Dio viene da un demonio. Il male sa benissimo chi è Dio e chi è il suo inviato.

Santo di Dio”: il male grida la verità, svela il nome di Gesù.

Secondo un’altra spiegazione, al tempo di Gesù, gli ebrei pensavano che il demonio fosse la causa della malattia, della morte e del peccato e venivano, perciò, praticati esorcismi. Nello scontro fra il terapeuta e la forza del male, era molto importante conoscere il nome. Per questo motivo, anche nell’episodio riportato in questo brano del Vangelo di Marco, lo spirito maligno attacca Gesù chiamandolo per nome, tentando di possederlo e dominarlo.

“Spirito impuro”: l’espressione ricorre dodici volte in Marco, insieme al nome “demonio”.

All’evangelista Marco interessa far sapere che l’autorità di Gesù si rivela, fin dall’inizio della sua vita pubblica, non solo nell’insegnamento, ma anche nei suoi interventi, storicamente testimoniati, contro lo spirito del male. In seguito Gesù verrà accusato dai suoi avversari proprio a causa della sua attività di esorcista (cfr. Marco 3,22).

Impariamo anche noi cristiani a non farci vincere dal potere del male che vuole alienarci, distaccarci dal Signore, facendoci credere che è bene ciò che è male, oppure convincendoci circa la non gravità del male. Sono tentazioni che si superano solo con il contatto quotidiano con la Parola e con i sacramenti.

  1. E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”.

Gesù comanda al male di lasciare l’uomo, rivela la sua potenza. Gesù è il vero liberatore che guarisce le profonde ferite dell’umanità.

Caratteristica di Marco è “il segreto messianico”, cioè il divieto di manifestare l’identità di Gesù prima che egli compia la sua missione.

Per la prima volta Gesù ordina di tacere e lo fa a un demonio, che vorrebbe manipolare il potere del suo nome divino. Gesù non vuole essere riconosciuto troppo velocemente Figlio di Dio, perché si aderisca a Lui per convinzione, non per entusiasmo, non per i suoi prodigi. Solo quando sarà appeso alla croce il centurione proclamerà: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Marco 15,39).

Anche noi dobbiamo seguire Cristo non perché siamo trasportati dall’entusiasmo di un momento, ma perché consapevoli di essere partecipi della sua figliolanza divina e della sua missione, che porta alla croce, alla morte, alla risurrezione.

  1. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da

L’ordine perentorio imposto da Gesù costringe il demonio ad andarsene.

La riuscita dell’esorcismo rivela l’identità di Cristo e conferma la sua potenza (basileia) reale, il suo potere sovrano su ogni realtà.

“Straziandolo e gridando forte”: Marco accentua la lotta tra il potere del male e il potere di Dio. La vittoria riportata da Gesù conferma la buona notizia e rende credibile la sua parola.

L’uomo viene liberato: questo è ciò che sta a cuore a Cristo, la nostra liberazione dal male e dal dominio dello spirito cattivo. Egli ci restituisce la capacità di vivere con coscienza e libertà. Se seguiamo Cristo dobbiamo assumere la sua mentalità, allontanarci dallo spirito impuro e saper andare anche controcorrente, contro quanto propina la società permissiva, consumistica ed alienante.

  1. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”.

I presenti rimangono stupiti di tutto ciò che sta accadendo, sia per l’insegnamento sia per gli interventi di Gesù. Marco ci invita a vedere in Lui il Profeta, atteso da Israele, in quanto i segni della sua azione sono quelli attribuiti dai profeti al Messia.

 

In tutta l’attività di Gesù si estende la sua lotta contro il male e il demonio. Questo e altri episodi di esorcismo ci danno una manifestazione tangibile.

  1. La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della

Marco sottolinea che è talmente grande l’esperienza vissuta dai presenti che la fama di Gesù, come predicatore, come profeta e come taumaturgo, si diffonde oltre i confini della città di Cafarnao e abbraccia tutta la regione della Galilea.

Anche noi cristiani dovremmo essere persone capaci di suscitare stupore per l’azione di Dio: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”; per l’amore fraterno: “Guardate come si amano”; per la coerenza di vita: “Ecco un uomo in cui non c’è falsità”.

Il Cristo risorto è la nostra forza, il nostro Liberatore. Egli ci rende invincibili, se solo aderiamo a Lui con tutto il cuore. Consapevoli di essere da Lui abitati, possiamo sconfiggere il male e liberare a nostra volta gli altri.

Dobbiamo essere testimoni coraggiosi di Dio, vivo e presente con noi fino alla fine dei tempi. Non dobbiamo aver paura, dunque, dello spirito impuro, perché con la forza di Dio non ci lasceremo vincere dal male, ma vinceremo con il Bene il male.

Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia


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