Commento al Vangelo del 3 settembre 2017 – Azione Cattolica

Certo, il Signore Gesù ha rischiato e continua sempre a rischiare, affidando la Sua Chiesa alla debolezza degli uomini. E questo rischio si concretizza già nel vangelo, quando Pietro, appena nominato “capo”, cede alla tentazione del potere senza sacrificio, del comando senza servizio. Cristo mette subito i puntini sulle “i”: il Figlio di Dio sulla terra ha scelto la strada della croce; e questa sarà la sua unica gloria, molto diversa dalle glorie umane.

Pietro si appropria di un potere che invece gli era stato soltanto “affidato” come un servizio per il bene degli altri. E lo considera una corsa al successo personale. Pietro, non dimentichiamolo, è quello delle “tre tende” della Trasfigurazione, colui che vuole “fissare” il momento della gloria, “cristallizzare” il successo, senza la fatica e l’impegno che richiede. Non considera, in questo passo evangelico, la missione come una strada impervia e scoscesa, la vede come una luminosa e folgorante carriera.

Per noi cristiani, ma anche per i non credenti, la visione del potere gestito come “proprietà”, senza “mandato”, è una tentazione perenne, che permette al maligno di penetrare anche nelle più “sante” delle istituzioni. “Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato…” dice Gesù a Pilato.

L’eliminazione del passaggio attraverso il sacrificio è per tutti la via scorciatoia più facile. Noi siamo tutti “Pietro”, non dimentichiamolo, nella generosità e nella paura, nel martirio e nella debolezza. Il “satana” che è in noi vuole continuamente farci allontanare dalla sequela di Cristo, con l’illusione del possedere pane, successo e dominio; questa strada porta al guadagno dell’effimero, ma in definitiva alla perdita della propria identità di uomini e di cristiani.

Anche nelle nostre scelte più nobili come la famiglia, il servizio ecclesiale o sociale, si può insinuare l’idolo del potere, l’illusione di essere importanti. Allora dobbiamo tornare dietro a Gesù con umiltà, gratuità, docilità allo Spirito che ci guida.

Noi ti ringraziamo perché ci richiami con forza
quando seguiamo una strada sbagliata.
Fa’, o Signore, che possiamo discernere le nostre priorità
per non mettere sempre al primo posto noi stessi
e il turbinio di cose e persone che ci frastornano.
Che i nostri cuori comprendano che sei tu al primo a posto,
che sei tu la vera strada;
sì, la nostra strada è la croce:
accettare per amore le sofferenze, i disagi, le umiliazioni,
non come segno di debolezza o di sconfitta,
ma come atto di libertà che ci avvicina a te,
una scelta che ci conduce anche ad incontrare
veramente gli altri nell’amore.
Fa’ che “perdendoci in te” ritroviamo te, il tesoro più grande.

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XXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 16, 21-27
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 03 – 09 Settembre 2017
  • Tempo Ordinario XXII, Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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