Commento al Vangelo del 3 giugno 2012 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

IL MISTERO INFINITO

Quello che noi sappiamo di Dio è frutto di rivelazione, cioè quanto Egli stesso ha manifestato agli uomini nel corso della storia della salvezza. Nell’Antico Testamento Dio è il creatore da cui ogni cosa trae origine e significato. La grande novità è la Sua unicità. Nessun popolo praticava un culto monoteistico, ma erano adorati molti di dei cui venivano attribuite caratteristiche diverse. La rivelazione di JHWH ad Abramo segna l’inizio dell’ebraismo e si impone come una discontinuità difficilmente spiegabile come invenzione umana. Gli ebrei, benché piuttosto arretrati dal punto di vista civile e sociale rispetto ai popoli vicini, erano assolutamente all’avanguardia sul piano religioso. Non solo credevano in un Dio unico, ma non lo rappresentavano in nessun modo. È Dio a creare il suo popolo e non il popolo a figurarsi una divinità a propria immagine. Egli è il grande legislatore che regola ogni aspetto della creazione, dalla materia allo spirito: osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te. Il suo scopo non è quello di tiranneggiare l’umanità, ma di farla crescere e condurla alla felicità. Questo aspetto è davvero cruciale. Il nostro Dio non vive in un Olimpo remoto dimenticandosi del suo creato, ma vuole insegnarci a usare bene la nostra libertà. Continuamente suscita tra il popolo delle guide, i giudici e i profeti, ai quali affida il compito di spronare l’uomo a scegliere la via del Bene, cioè Lui stesso, e a fuggire il male, vera causa della precarietà della nostra vita. Tutti questi inviati sono figura del Messia, il Consacrato che perfezionerà la rivelazione di Dio al suo popolo. È in Cristo, che ci fa dono dello Spirito Santo, che si manifesta la misteriosa pluralità dell’Unico. Colui che è Infinito non ha numero, ma è contemporaneamente singolare e plurale. Le Persone divine sono legate da un amore altrettanto Infinito. Dio vuole attirarci in questo legame, farci partecipare della sua natura e ci chiede di amarci in modo da esprimere e testimoniare con la vita che siamo suoi figli. Questa sua tensione verso l’uomo ci permette di incontrarlo. Leggendo le testimonianze dei Santi vediamo che essi ne parlano come di una realtà viva. Gesù è vivo, non è un concetto o un personaggio del passato. Ci rivela il Padre e ci dona lo Spirito. Si fa cibo, è con noi fino alla fine del mondo, parla al cuore. Questa è la Trinità, un Dio che ci ama, un Dio che desidera di essere amato. Mettiamoci allora in ascolto, chiediamogli di manifestarci la sua presenza e di darci la grazia di incontrarlo.

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Mt 28, 16-20 In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Gali- lea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si pro- strarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzan- doli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fi- no alla fine del mondo».

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