Commento al Vangelo del 29 Settembre 2019 – Charles de Foucauld

CHARLES DE FOUCAULD

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

MEDITAZIONE NUM. 387

LC 16, 19-31

Lazzaro e il cattivo ricco. «Desiderava le briciole di pane che cadevano dalla tavola del  ricco e nessuno gliene dava».

Come sei buono, mio Dio, e come questa parabola è fatta per far regnare la pace tra tutti gli uomini… per stabilire ogni anima nella pace interiore… e per portarci  tutti  al  tuo  puro amore! Essa fa regnare la pace tra tutti gli uomini poiché porta i ricchi a dare ai poveri, i poveri a non invidiare i ricchi i cui beni passano come il lampo e sono un pericolo per l’eternità.

Stabilisce ogni anima nella pace interiore, poiché essa le fa vedere che «tutto ciò che succede è per il bene di quelli che amano Dio», tutto, persino morire di fame; non c’è dunque da preoccuparsi del cibo, poiché morire di fame può condurci al cielo, ma soltanto «cercare il regno di Dio e la sua giustizia»; «Il resto ci sarà dato in  sovrappiù», se questo  resto è la penuria del povero Lazzaro, è  ciò che è particolarmente bene per la nostra anima, è là il cammino che la condurrà dritta al cielo come Lazzaro…

Dunque c’è solo da fare  in  tutto ciò che è più gradito a  Dio, e  fatto questo,  rallegrarsi di tutto  quello che succede, fosse anche morire di  fame, fosse anche essere uccisi da dei briganti, fosse ogni malattia, ogni obbrobrio, ogni annientamento, ogni dolore; tutto questo non è se non il cammino del cielo, il cammino di Lazzaro. Quale pace profonda invade l’anima che vive così, che non  vede più in sé se non il suo amore per Dio, e fuori di sé l’amore di Dio per essa, che dispone tutto, tutto, tutto, per la sua eterna felicità! Questa parabola ci porta tutti al puro  amore di Dio: ci mostra che l’amore delle cose create conduce dove è il cattivo ricco, all’inferno; l’amore di Dio conduce dove è Lazzaro, in cielo.

Non preoccupiamoci mai del nostro cibo né di  alcuno dei nostri bisogni materiali; Dio ce lo  ha promesso una volta per tutte; ce lo ha detto chiaramente: «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto vi sarà dato in  sovrappiù». Dopo tali promesse di  un tale Maestro,  noi, i suoi servi, gli faremmo un’estrema offesa dubitando un solo istante che possano mai mancarci dei beni materiali nella misura in cui sono necessari per i l nostro vero vantaggio, cioè per la nostra santificazione…

Non preoccupiamocene quindi mai, non pensiamoci mai, non inquietiamoci mai, facciamo soltanto ad ogni ora ciò che è più gradito al  nostro  Maestro. Per le cose materiali, riceveremo sempre tutto a puntino con i mezzi che  giudicherà a proposito; questo Maestro così buono, così saggio e così  potente, ci  darà o  molto o poco o niente, secondo ciò che egli sa essere utile alla nostra anima. Sia che ci doni molto o poco o niente, questo molto, questo poco, questo niente, sono ciò che ha di specialmente buono per la nostra anima, dobbiamo ringraziarlo ugualmente; e se moriamo di fame, dobbiamo, morendo, ringraziarlo di averci dato sotto questa forma  «questo resto» che  ci ha promesso «in sovrappiù», forma che sapeva essere particolarmente vantaggiosa alla nostra anima.

Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.
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Letture della
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Dal libro del profeta Amos
Am 6,1a.4-7

 
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 145 (146)

R. Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
 
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
 
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

Seconda Lettura

Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 6,11-16

 
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
 
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31

 
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
 
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
 
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
 
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
 
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore

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