Commento al Vangelo del 27 Maggio 2018 – Azione Cattolica

“Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Gesù, così dicendo, ha rivelato agli apostoli il mistero di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, e li ha invitati ad annunciarlo a tutti, affinché tutti in lui trovino la parola di salvezza e la strada per comunicare con Lui.

È un Dio che si è fatto conoscere nei tempi antichi, prima ad Abramo, a Mosè, ai profeti e che ha portato a compimento la sua definitiva rivelazione attraverso Gesù Cristo stesso, come Giovanni dichiara all’inizio del suo Vangelo (cfr. Gv 1,18). Oggi il Signore continua a raggiungerci là dove siamo con il suo Spirito Santo, così come ci ha promesso: “Ed ecco, io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Che cosa dobbiamo fare noi? Avere fiducia e confidare nella sua Parola, diventando suoi testimoni. La sua Parola è rivolta a noi come parola d’amicizia, offerta per dialogare con noi: Dio parlando da amico, si rivela come amico vicino a ciascun uomo, impegnandoci a condurre una vita degna dell’amore ricevuto. Dio si rivela all’uomo attraverso la sua storia quotidiana: cammina con lui, rispetta i suoi tempi, attende e si china su chi conosce sconfitte e cadute.

Il Signore ha fissato per sempre la sua dimora in ogni uomo, in ogni essere umano, in modo da imprimere su di noi la sua immagine. Celebrare la Trinità può apparire superfluo: in fondo, ogni nostra preghiera inizia e finisce con l’invocazione di questo nome, mentre tracciamo il segno di croce. Eppure la festa di oggi, mentre ci aiuta a cogliere qualcosa del mistero del Dio di Gesù Cristo, finisce anche per farci comprendere meglio la nostra identità e vocazione.

Ecco: non celebriamo la Trinità per proiettarci in una strana, fantasiosa e forse persino comoda dimensione ultraterrena. Contempliamo la Trinità per conoscere Dio (!) che così ha voluto rivelarsi. E per conoscere non una divinità “qualunque”, facilmente confondibile tra le molte vie religiose che abitano il nostro tempo e le nostre città; la Trinità è il volto del Dio cristiano, di cui il Figlio è stato per noi rivelazione, racconto (cfr. Gv 1,18). E la coscienza di essere stati creati a immagine e somiglianza di Dio ci porta a conoscere Lui per capire meglio noi stessi: la nostra identità, la nostra missione.

Accogliere un Dio-Trinità significa, in fondo, rinunciare a qualunque isolamento per aprirsi alla comunione; contemplare un Dio estroverso significa mettere da parte ogni forma di indifferenza, di chiusura, di rivendicazione.

Fa’, o Signore, che il mondo riconosca i segni della tua presenza e ti cerchi nell’intimo di ogni uomo là dove tu hai fissato per sempre la tua dimora e aiuta i sofferenti e i peccatori a trovare nel tuo Spirito la forza di lottare, nella tenerezza del Padre l’accoglienza misericordiosa, nell’esempio del Figlio la strada per risorgere.

Fonte

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DOMENICA di PENTECOSTE (Messa del giorno)

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 20 Maggio 2018 anche qui.

Gv 15,26-27; 16,12-15
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 20 – 26 Maggio 2018
  • Tempo Pasquale Pentecoste
  • Colore Rosso
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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