Commento al Vangelo del 27 maggio 2012 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

IL CONSOLATORE

Mentre erano riuniti tutti insieme nello stesso luogo, così raccontano gli Atti degli Apostoli, venne dal cielo un rombo come di vento gagliardo e delle lingue di fuoco si posarono sulle loro teste. È lo Spirito Santo che trasforma quel gruppo timoroso di discepoli in Apostoli, cioè inviati, dando loro il dono di predicare il Vangelo coraggiosamente e in modo da essere compresi da tutti. Leggendo questo racconto viene in mente un episodio biblico simile ma con esiti opposti: la torre di Babele. In quella circostanza gli uomini parlavano una lingua sola e volevano edificare una torre alta fino al cielo per farsi un nome e diventare famosi. Lo sforzo di raggiungere il cielo è simbolo del peccato originale, cioè della pretesa dell’uomo di soppiantare Dio. Il peccato li divide e non si capiscono più. A Gerusalemme al contrario c’è qualcosa che unisce, anche nella comprensione: l’amore trasmesso dallo Spirito. È significativo che Gesù lo chiami il Consolatore. Riempie di tenerezza pensare a questa sollecitudine del Maestro che vuole che sia con noi per sempre creando una nuova intimità, perché promette di prendere dimora presso chi lo accoglie. Lo Spirito Santo è la presenza di Dio nel cuore di ciascuno. Se siamo capaci di fare silenzio e di ascoltare, permettiamo allo Spirito di parlare a noi e anche per noi, dato che San Paolo dice che Egli intercede in nostro favore, levando a Dio la sua voce direttamente dal nostro cuore (Rm 8,26). Abbiamo bisogno di questa consolazione perché Gesù non è più visibile ed egli sa che, come è stato per lui, anche per noi la vita è difficile. Il mondo si rallegra credendo di essersi liberato di chi lo giudica e cerca di far tacere anche i suoi discepoli, ma è proprio lo Spirito che rende capaci di sconfiggere la paura e di proclamare la verità. Se Gesù non ce lo avesse inviato non esisterebbe né la chiesa né il vangelo. Invece nel corso della storia, ogni volta che la comunità dei credenti si è trovata in difficoltà, lo Spirito ha suscitato i santi e le sante che le hanno permesso di sopravvivere. Noi abbiamo particolarmente vicino l’esempio di San Carlo Borromeo, il quale ha dato tutto sé stesso per rinnovare la chiesa profondamente ferita dallo scisma protestante. Questo vale anche per noi oggi. Noi siamo cristiani perché lo Spirito ci dona la Sapienza che tutto rinnova e attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti (Sap 7,27). Gesù ci vuole pietre vive della sua Chiesa: chiediamo con tutto il cuore il dono del suo Consolatore.

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,26-27.16,12-15.

Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà.

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