Commento al Vangelo del 27 febbraio 2010 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

Provvidenza

Dio ha fatto l’uomo per metterlo in un giardino, cioè per dargli tutto ciò di cui ha bisogno. Questa sua determinazione non viene meno nemmeno dopo il peccato, cioè dopo che Adamo rifiuta questa grazia. È proprio come dice Isaia, al modo di una madre il Signore sente che l’umanità è il frutto delle sue viscere e non può abbandonarla. La vita spirituale inizia accogliendo liberamente questo infinito amore materno. Concretamente ciò si traduce nel fidarsi della sua Provvidenza. L’atteggiamento contrario invece è confidare nella ricchezza, pensando che l’unico modo per far fronte alle difficoltà sia far assegnamento sulle proprie forze. Nell’Antico Testamento Dio si definisce un Dio geloso: per concederci la sua grazia, vuole che noi siamo completamente abbandonati a Lui. Non sopporta la concorrenza di nessuno. A fronte di questo rigore c’è però una munificenza infinita, che non si limita solo al piano spirituale, ma si estende ai bisogni materiali. Ci parla infatti degli uccelli che sono sfamati e dei fiori che sono vestiti. Sono creature molto inferiori all’uomo, ma totalmente abbandonate alla Provvidenza come dobbiamo imparare a fare noi. I santi ce ne danno un grande esempio. Mi vengono in mente i grandi santi torinesi dell’ottocento. Don Bosco ha cominciato a occuparsi di pochi bambini che teneva vicini avendo come risorsa una povera tettoia e ha finito per costruire case e chiese in tutto il mondo. Lo stesso ha fatto il Cottolengo che, partito da una stanza con cinque letti, ha costruito molti ospedali. Nessuno dei due aveva soldi da parte, ma la Provvidenza ha dato loro i mezzi per fare molto di più di quanto essi stessi si aspettassero. Non si sono preoccupati di sé stessi, del loro bisogno materiale, ma hanno cercato di capire come mettersi al servizio del Regno di Dio. Tutto il resto è stato dato loro in aggiunta. Il Maestro ci chiede di essere altrettanto fiduciosi. Non preoccupatevi del domani: è una raccomandazione molto forte, ma ci riporta alla realtà. Noi non abbiamo il potere di rendere bianco o nero uno solo dei nostri capelli, per cui non diamoci pena per il domani, piuttosto cerchiamo di vivere al meglio il nostro presente, al resto ci pensa la Provvidenza.

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