Commento al Vangelo del 27 agosto 2017 – Centro Biblico Diocesano di Lucca

Il Figlio del Dio vivente rivelato dal Padre

La pericope della confessione di fede di Pietro si inserisce in un segmento narrativo che riporta ancora opposizioni da parte dei farisei e sadducei, che chiedono un segno dal cielo (16,1-4). Anche i discepoli sembrano lasciarsi contaminare dal lievito dei farisei e sadducei, mostrando un cuore indurito, poco disponibile alla scommessa dell’affidamento (16,5-12). La sezione cosiddetta dei pani, immediatamente precedente (14,13-15,39), rivela l’attenzione di Gesù per i Giudei e per i Pagani, tutti destinatari della sua carità che si offre come pane spezzato e vita donata. Gesù fa saltare ogni schema di presunta appartenenza a Dio fondata sui criteri solo esteriori di chi confida nell’apparenza per affermare che la vera appartenenza a Dio passa per la conversione del cuore (15,1-20). L’incontro con la cananea contribuisce ad aprire Gesù alla missione ai pagani, riconoscendo loro una fede autentica. Il ministero di Gesù si sposta sensibilmente dall’esclusivo orientamento alle pecore perdute di Israele ad un paganesimo che la fede manifesta come discendenza di Abramo. Il travaglio di Gesù è profondo: Egli mette in discussione gli orientamenti fondamentali della sua missione e intravede la croce come meta di tutto il suo viaggio (16,21-28).

Tra le opposizioni dei Giudei e l’apertura dei pagani Gesù sembra mettere in discussione la sua opera e il senso vero della sua identità messianica. Ciò che le folle pensano di lui alla fine si rivela fallace: egli interroga i discepoli a cercare conforto nella loro parola di riconoscimento.

Per approfondire

Chiamando i discepoli in disparte, nella lontana regione di Cesarea di Filippo, Gesù si rivolge ai discepoli chiedendo loro di esprimersi sulla sua identità e sulle loro aspettative riguardo a lui.

16,13-14: La domanda di Gesù si indirizza anzitutto all’opinione della gente, per la quale il Figlio dell’uomo è Elia o Geremia o, addirittura, il Battista redivivo. Tale era anche l’opinione di Erode che aveva fatto uccidere il Battista e, al sentire di Gesù, lo temeva risuscitato (14,1-2). L’opinione comune coglie l’identità messianica di Gesù nella linea di un certo messianismo: quello espresso dai principali profeti di Israele: Gesù è ai loro occhi non il messia regale-davidico, ma l’uomo della parola venuto a rivelare la via di Dio.

16,15-16: I discepoli sono interpellati direttamente. Gesù non si accontenta di risposte generiche e anonime, che riportano l’opinione comune: egli desidera essere riconosciuto dai suoi amici. Forse ancor più egli sembra cercare conforto e luce nella loro risposta, in un momento di grande travaglio interiore. Non ha più udito la voce del Padre, come al Giordano e forse ha visto allontanarsi il conforto della sua presenza. In un momento di solitudine interiore, in attesa della voce di rivelazione e riconoscimento paterno sul monte della trasfigurazione (Mt 17,1-13), Gesù sembra cercare nel riconoscimento dei suoi amici una luce sulla sua stessa identità. Pietro lo riconosce «Figlio del Dio vivente».

16,17: Gesù sembra udire nuovamente, attraverso le parole di Pietro, la voce del Padre che gli si rivolge in uno slancio di compiacimento paterno. Proprio quel Gesù che è disprezzato e rifiutato dal popolo dei Giudei è riconosciuto da Pietro come Figlio di Dio. In tale riconoscimento Gesù sembra cogliere la tenerezza del Padre, che si compiace dell’abbassarsi del Figlio, come al Giordano (3,13-17), sino all’umiliazione del rifiuto da parte degli uomini. L’affermazione capitale di Pietro non procede da un’intuizione frutto della carne e del sangue, ma dal Padre stesso che opera in lui: riconoscendo il Figlio Pietro, per somiglianza, fa anch’egli esperienza di una generazione interiore da Dio.

16,18-20: In risposta Gesù riconosce Pietro come roccia, sostegno affidabile sul quale può essere edificata la nuova comunità dei credenti. Gesù si è sentito intimamente confermato da Pietro, tanto da udire in lui la voce del Padre; egli a sua volta conferma Pietro nel suo ruolo di fondamento solido alla fede dei credenti. Se Pietro continuerà a guardare al Cristo e riconoscerlo Figlio di Dio nella sua umiliazione; se Pietro non cesserà di guardare al crocifisso come rivelazione piena di Dio, allora egli potrà affidabilmente sostenere la fede dei discepoli contro ogni assalto demoniaco. Nulla possono le porte degli inferi dinanzi all’umile riconoscimento della debolezza come luogo della presenza di Dio.

A Pietro è affidato il potere di sciogliere e legare, il potere di aprire e chiudere l’accesso al regno nella misura in cui egli guarderà al Cristo, riconosciuto Dio nella sua debolezza crocifissa e nel suo apparente fallimento umano. L’accesso al regno passa da questo riconoscimento in cui l’uomo si fa piccolo e rinuncia alla vana sapienza della carne e del sangue.

Per continuare

Gv 2,13-22: Gesù, alla maniera di Geremia (Ger 26,14-15), offre il suo corpo in potere degli uomini quale segno che Dio parla e agisce in lui.

2Re 2,1-18: Elia è rapito al cielo come ad annunciare la promessa di un suo ritorno. Egli è atteso nel tempo finale per preparare i cuori all’accoglienza del messia di Dio (Ml 3,23-24). Lo stesso Giovanni Battista è riconosciuto l’Elia del tempo finale (Mt 3,1-12; 17,10-13; Lc 1,17).

Mt 26,33-35.69-75: Pietro confida nelle sue forze e coglie tutta la sua debolezza: tradisce e rinnega il suo Signore e si lascia ricondurre al pentimento dalla memoria delle sue parole.

Gv 21,15-19: Pietro, riabilitato da Gesù, esprime di nuovo quel riconoscimento e proposito di amore che lo condurrà a seguirlo sino al dono della vita.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

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XXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 16, 13-20
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 27 Agosto – 02 Settembre 2017
  • Tempo Ordinario XXI, Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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