Commento al Vangelo del 26 febbraio 2012 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

RICOMINCIARE

Le letture di oggi ci parlano di nuovi inizi. Ai tempi del diluvio Dio si pentì di aver fatto l’uomo, ma non lo distrusse perché vide qualcosa di buono in Noè, qualcosa per cui valeva la pena continuare. Quando la terra fu di nuovo asciutta, era come purificata e pronta per essere abitata dall’uomo. L’alleanza che il Creatore stringe con Noè segna un promettente inizio e l’arcobaleno è la garanzia che non ci sarebbe più stato un castigo così terribile. Se l’uomo sarà cancellato dalla terra non sarà per opera di Dio. San Paolo mette in relazione il diluvio con il battesimo. Così come la terra fu purificata dalle acque, il battesimo lava il peccato originale e apre la porta a una nuova vita. Chi è stato battezzato da bambino, non percepisce immediatamente questa novità, mentre è molto evidente per chi arriva con maturità a fare la scelta di essere cristiano. È bene che ciascuno di noi rifletta su questo, non siamo cristiani automaticamente e nemmeno perché i nostri genitori hanno scelto per noi, possiamo esserlo solo se lo vogliamo. Gesù, all’inizio della sua vita pubblica, è sospinto nel deserto. Silenzio e solitudine sono amici dell’interiorità. Non si può ascoltare lo Spirito che parla nel cuore se la sua voce è sovrastata da mille rumori e distrazioni. Il Maestro ritrova se stesso, il suo contatto col Padre e affronta il male. Se non fosse stato tentato potremmo dubitare della sua reale umanità, perché la tentazione è l’altra faccia della medaglia della libertà che caratterizza la nostra esistenza. Se noi fossimo delle marionette, del tutto soggetti ad una volontà superiore, non conosceremmo nessuna tentazione, perché non potremmo scegliere. Invece quando ci si accinge a iniziare un nuovo percorso si può essere certi di essere messi alla prova. Ogni scelta infatti è come trovarsi ad un bivio, se si imbocca una strada si escluderà l’altra. È naturale che ci si domandi se la via presa sia quella buona. Se però il dubbio ci accompagna sempre, il cammino si fa davvero difficile. È importante allora fermarsi e riflettere, guardarsi dentro per ritrovare l’energia e l’entusiasmo degli inizi. Ecco il senso della quaresima. Come Gesù dobbiamo fermarci e rinnovare il rapporto col Padre, chiederci se il nostro essere cristiani è una scelta o un’abitudine. Come quando si parte per un viaggio bisogna fare le valige. Non possiamo portarci dietro tutto, e allora si sceglie. Il mondo è pieno di opportunità e di persone, ma non tutto è compatibile con quello che voglio essere. La quaresima è il tempo per rinnovare la nostra scelta.

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Gen 9, 8-15 Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra». Dio disse: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne».

Mc 1, 12-15 In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

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