Commento al Vangelo del 26 Agosto 2018 – P. Antonio Giordano, IMC

Il brano di Giosuè 24 ( I lettura) descrive un momento – cardine nella storia d’Israele. Le dodici tribù si sono insediate nella Terra Promessa. Giosuè, che le ha guidate nella conquista del Paese, le convoca per rinnovare l’Alleanza con Dio. Davanti alla grande assemblea Giosuè ha rievocato gli interventi di Dio in favore del popolo, dalla chiamata di Abramo alla liberazione dalla schiavitù d’Egitto e al dono della Terra. È il “Credo” d’Israele.

A questo punto il popolo è invitato a preferire il Signore a tutti gli altri dei. La risposta dell’assemblea è corale ed entusiasta: “Noi vogliamo servire il Signore, perché Egli è il nostro Dio”.

Nell’Eucaristia, dove ogni volta è resa presente la “Nuova Alleanza”, noi siamo chiamati a rifare la medesima scelta, prolungandola poi e concretizzandola nei gesti quotidiani. Possono essere momenti forti di tale scelta durante la Messa la recita del Credo e l’ “Amen” nel ricevere la Santa Comunione.

A questo punto il Vangelo registra la defezione generale dei discepoli. Gesù rimane solo con i Dodici. “Forse anche voi volete andarvene?”. La domanda di Cristo scavalca i secoli e giunge fino a noi, ci interpella personalmente e sollecita una decisione. Quale la nostra risposta?”

La stupenda professione di fede di Pietro ci dice che per impegnarsi in un percorso di fede non è necessario aver capito tutto. Infatti nel cammino cristiano non si arriva mai a capire tutto; ma, pur nel dubbio, la scelta rinnovata di Gesù – rimanendo nel gruppo dei discepoli, cioè nella comunità cristiana, partecipando alla sua vita – ci otterrà ogni volta la luce e la forza sufficienti per andare avanti.

Riflessioni:

1. Quali sono stati i sentimenti del cuore di Gesù di fronte alla mormorazione, alla discussione e infine all’abbandono di tanti che lo seguivano attirati dal pane materiale e non lo vogliono più seguire perché parla di un pane spirituale?

Gesù offriva all’umanità il più bel dono che Dio poteva fare: l’umanità non sa riceverlo, perché il dono è troppo grande: la povera umanità vorrebbe un dono povero… a sua misura, a sua comprensione a secondo il suo modo di camminare.

Ma Gesù rifiuta di dare un dono così povero: “volete andarvene anche voi?”.

Avrà Gesù pianto… come pianse su Gerusalemme (Mt.23,35) che non seppe riconoscere i tempi della salvezza; o come pianse su Corazim (Mt11,21)«Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da molto tempo si sarebbero pentite, con cilicio e cenere.

La risposta di Pietro è un solenne atto di fede in Dio e nell’uomo; in Dio così grande e buono; nell’uomo così piccino e cattivo. “Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. La grandezza del dono è confermata in questo atto di fede.

2. Dio nel battesimo ci dona una vita soprannaturale, quella della grazia, dono che non possiamo capire. A questa vita offre il “Pane del cielo” – “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue (glorificati) la sua vita soprannaturale raggiunge la sua pienezza di sviluppo.

Ma noni dobbiamo ad ogni comunione rinnovare il nostro atto di fede che fece Pietro. Non basta l’aver ricevuto il battesimo… perché la vita si sviluppi ci vuole cibo ogni giorno; perché il cammino continui, ci vuole un passo (un atto di fede) ogni momento.

Gesù ci attende alla Messa domenicale e nel silenzio del Tabernacolo: se andiamo con un atto di fede, Lo troviamo… se la nostra fede è povera, lo sentiamo poco perché il nostro cuore si è allontanato da Lui, se non abbiamo fede siamo noi che ci allontaniamo “questo linguaggio è duro”.

3. Maria è Regina in cielo, e sarà anche la nostra Regina quando raggiungeremo il cielo, ma finché siamo su questa terra, la sua regalità ha solo la forma della maternità: Come Gesù, Maria è su questa terra “non per essere servita, ma per servire”. Ora è proprio della Madre nutrire i suoi figli: ecco il Pane della vita che ci dà Maria.

Fonte

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XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 19 Agosto 2018 anche qui.

Gv 6, 51-58
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 19 – 25 Agosto 2018
  • Tempo Ordinario XIX
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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