Commento al Vangelo del 26 Agosto 2018 – Fraternità Gesù Risorto

I Giudei non capivano le parole di Gesù: linguaggio duro, dissero. Fossimo stati nei loro panni, l’avremmo detto anche noi: anche noi infatti vorremmo sempre capire tutto. Anch’io ho questa tendenza, di credere ciò che capisco, di decidere e di fare solo ciò che ho compreso. Non possiamo quindi meravigliarci se anche i Giudei hanno manifestato a Gesù questa difficoltà!

Gesù ci propone invece di dargli fiducia, fiducia completa. Quando gli crediamo e gli obbediamo egli può riversare su di noi il suo Spirito, e il suo Spirito ci fa comprendere anche i misteri di Dio; cosa impossibile per la nostra mente! Lo Spirito Santo rende luminose le Parole del Signore e illumina con esse anche tutta la nostra vita, perché la possiamo vedere così come la vede il Padre!

Le parole di Gesù le possiamo comprendere soltanto con la sapienza che viene dal suo Spirito! Per questo è necessario, indispensabile, che prima di tutto lo amiamo e gli obbediamo con completa fiducia. Qualsiasi cosa egli ci dica, crediamo che è vero, perché la sua Parola è Parola di Dio. Non siamo noi a giudicare se quanto afferma Gesù e quanto ci chiede è vero e buono. Dopo che ci saremo affidati a lui con pieno abbandono e piena fiducia, credendo che egli non ci inganna, ma che sa tutto e vuole il nostro bene, allora saremo in grado di ricevere il suo Spirito e capiremo la bellezza e la bontà di quanto ci rivela e di quanto ci chiede. La fede deve precedere la comprensione, perché Gesù è Dio e la sua Parola è Parola di Dio.

Non tutti quelli che vorrebbero essere suoi discepoli accettano di compiere questo passo. Chi allora stava con lui non era più fortunato di noi: doveva fare un bell’atto di fiducia, quell’atto che costa rinunciare al proprio orgoglio e ad essere appoggiati al consenso della propria mente e dell’opinione pubblica. Allora come ora: “Molti… si tirarono indietro e non andavano più con lui”.

Gesù non si lascia condizionare dalla defezione in massa dei discepoli. Anzi, egli chiede anche agli apostoli se intendono abbandonarlo. Gesù è disposto a rimanere solo, ma non a cedere, non a cambiare le regole del gioco, non a rendere più facile il seguirlo.

Questa decisione di Gesù assomiglia a quella proposta da Giosuè a tutto il popolo d’Israele: “Se vi dispiace servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire… Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore”. In quella occasione tutto il popolo, ricordando i miracoli con cui Dio li aveva accompagnati nell’uscita dall’Egitto, scelse con decisione di rimanere fedele al Dio dell’alleanza. A Gesù risponde solo Pietro, ma risponde a nome di tutto il gruppo dei Dodici. Essi si sono accorti che le parole di Gesù non sono parole umane, ma che le sue parole trasmettono vita, vita piena, quella che viene dall’alto. Essi hanno anzitutto creduto, si sono affidati a lui, e così sono giunti a conoscerlo come “il Santo di Dio”, cioè il Messia, inviato dal Padre per la salvezza.

Ubbidendo si capisce. Questo vale anche per l’argomento toccato da San Paolo. Egli parla della vita di famiglia, in particolare della relazione tra i coniugi. Come devono rapportarsi tra loro gli sposi? La tentazione sempre presente è di innalzarsi l’uno sull’altro. I coniugi cristiani invece vivono “sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo”! Essi prendono l’esempio da Gesù, capo della Chiesa. Gesù si è chinato a lavare i piedi dei discepoli, ha dato la vita per la Chiesa. Così il marito cerca di amare la moglie, servendo, offrendosi, non imponendosi. La moglie farà come la Chiesa, che cerca di essere attenta alla Parola del suo Signore. La moglie parteciperà a suo modo alla gara dell’amore. Ella starà sottomessa, obbediente al marito, e questi non penserà a se stesso per vivere nell’egoismo, ma si impegnerà a cercare il bene della moglie. Una vita vissuta in questo modo, aiutati dalla grazia che viene dall’alto, diventa una vita sacramentale: è cioè una Parola di Dio divenuta carne, la parola che annuncia l’amore di Gesù per i suoi, la fedeltà di Gesù per la sua Chiesa. Non si può privare il mondo di questo messaggio: esso non viene donato agli uomini solo con le parole dei predicatori, ma soprattutto con la vita dei cristiani, dei coniugi che vivono nel nome di Gesù.

Tutti godono nel vedere l’unità delle famiglie, l’amore che vive in esse, l’amore capace di servire e di soffrire, di perseverare nelle difficoltà. I primi ad esserne soddisfatti sono i coniugi stessi e i loro figli.

Benedetta la famiglia che obbedisce alla Parola del Signore: la sua gioia dura per sempre, il frutto del suo amore arricchisce la terra. Essa è testimonianza che Gesù è davvero il Santo di Dio e che la sua Parola dona la vita al mondo!

A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo  -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN

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XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

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Gv 6, 60-69
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 26 Agosto – 01 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXI
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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