Commento al Vangelo del 25 Agosto 2019 – P. Antonio Giordano, IMC

– La salvezza è l’unico problema serio dell’uomo. Ogni religione si presenta come una via per raggiungerla. In modo particolare, i cristiani professano la fede in “Dio nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tim. 2,4) e in “Gesù Cristo salvatore nostro” (Tt. 3,7).

– La domanda, nel modo in cui viene posta a Gesù, tradisce una vana curiosità e la convinzione di fondo che soltanto i membri del popolo eletto o le persone “per bene” di Israele otterranno la salvezza. Falsa sicurezza: Gesù allarga la salvezza a tutti gli uomini di buona volontà: quelli che vogliono la salvezza e l’accolgono da Dio come Dio la vuole.

– Anche nell’animo del cristiano, che in quanto battezzato sa di essere amato con predilezione da Dio, può annidarsi questa falsa sicurezza di raggiungere la salvezza perché è membro di un popolo di maggioranza cattolici, nato in una famiglia cattolica, lavorato in parrocchia o nell’A. C. ….

Il vero discepolo nutre una grande fiducia in Dio che salva, ma insieme un forte senso di responsabilità. “Colui che ti ha creato senza di te non ti salverà senza di te…Nessuno si disperi, ma nessuno sia sicuro di sé. È male disperare, ma è anche male presumere” (s. Agostino). È questo il messaggio di Gesù.

– Ciò che conta non è sapere quanti si salvano, ma piuttosto qual è l’itinerario sicuro per giungere alla salvezza. Gesù in risposta non dice quanti saranno salvati, ma indica l’itinerario della salvezza: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Propriamente il verbo “sforzarsi” nel testo greco del Vangelo (“agonizomai”) significa “lottare” (cfr. agonismo, agone…). Una lotta dura in cui sono impegnate fino allo spasimo tutte le fibre e le energie di una persona, per riportare vittoria.

– Per maggior chiarezza Gesù la presenta la salvezza attraverso l’immagine, frequente nei profeti, del banchetto (cfr. Is 25,6-8). C’è una porta che introduce nella sala del banchetto. È aperta a tutti, ma è stretta, scomoda, difficile da attraversare: “Molti non ci riusciranno”. Non basta il desiderio di giungere alla festa. Bisogna sforzarsi, lottare per passare attraverso la porta, liberandoci dall’illusione che l’ingresso ci spetti di diritto. Certamente noi veniamo salvati e non possiamo salvarci con le nostre forze. Ma Dio non ci salva senza la nostra collaborazione.

– Inoltre la porta non rimane aperta sempre. Il tempo che ci è concesso per entrare non è illimitato e noi non possiamo disporne a nostro piacimento. Nel momento della nostra morte la porta sarà chiusa definitivamente dal padrone di casa, cioè dal Signore, e non sappiamo quando avverrà. Non è da saggi, allora, gestire la vita secondo i propri capricci e rimandare magari alla vecchiaia l’impegno per la salvezza. Chi non è entrato in tempo, a causa della sua inerzia e indifferenza, resterà fuori per sempre.

– San Vincenzo de Paoli ricorre (riprendendo S. Giovanni della Croce) all’immagine dell’artista che intende scolpire una statua della Madonna. Davanti al blocco di marmo non si limita a guardarlo o ad accarezzarlo. Ma non gli risparmia violenti colpi di martello, di scalpello, quindi di cesello… finché l’opera non è compiuta e corrisponde all’idea che egli aveva in mente. Così fa Dio. Mi verrebbe da pensare che ha creato gli uomini come capolavori “incompiuti”, non rifiniti, perché la piena riuscita dell’opera d’arte dipendesse anche dalla loro libertà, dalla loro collaborazione con l’Artista divino. Egli con lo strumento misterioso del dolore costruisce, leviga, affina il suo capolavoro. Quando la fatica nel vivere il Vangelo (“porta stretta”) e il dolore di ogni tipo rendono pesanti le nostre giornate, è una grande grazia poter pensare: in questo momento Dio mi sta amando con un cuore di Padre e con la “passione” di un Artista. Ha bisogno che io lo lasci fare.

– Una ragazza (sorella di un Missionario della Consolata) molto malata scrisse sul suo diario: “Sono arrivata a dire sì a Dio ed accettare la mia sofferenza. Spero di riuscire anche a dire grazie a Dio per avermi purificata così”.

E una Suora della Consolata (Sr. Pier Grazia) durante gli ultimi giorni di vita pregava: “Accetto la malattia che mi ha colpita… Grazie, Signore, tu stai facendo grandi cose nell’anima mia”.

Veneriamo la Madonna “Regina del cielo e della terra”, perché nelle mani di Dio fu l’umile ancella. “Sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto”.

Fonte – consolata.org

Letture della
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,18b-21

 
Così dice il Signore:
 
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
 
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
 
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
 
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Salmo 116 (117)

R. Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. R.
 
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.

Seconda Lettura

Il Signore corregge colui che egli ama.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,5-7.11-13

 
Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
 
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Parola di Dio

Vangelo

Verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13, 22-30

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore

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