Commento al Vangelo del 24 Giugno2018 – Wilma Chasseur

COLUI CHE NON E’…

Festa antichissima che risale addirittura al IV° secolo. Giovanni Battista è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento; profeta dell’Altissimo per eccellenza, perché se gli altri annunciavano il Messia da lontano, lui fu presente alla sua venuta. Lo vide e lo indicò come Colui al quale non era degno di sciogliere nemmeno il legaccio dei sandali. Il Battista si situa alla giunzione tra Antico e Nuovo Testamento e per questo Gesù disse “tra i nati da donna non c’è nessuno più grande di Giovanni Battista, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui”. Nell’antica alleanza nessuno è più grande di lui perché ha aperto l’era messianica, ma nella nuova alleanza, entriamo in un regime totalmente diverso: quello dei Cieli aperti, le cui porte sono state riaperte dal sacrificio di Gesù in Croce e quindi il più piccolo di questo regno è più grande anche del Battista che ha visto solo l’inizio della salvezza, mentre nel regno dei cieli aperti se ne vede anche il compimento.

Io non sono…

Ma il Battista fu grande nell’umiltà: non rivendicò il titolo di Messia per sé stesso, ma disse che era solo una voce che indicava il vero Maestro e invitò i suoi discepoli a seguire Gesù, non lui. Presentandosi non diceva “io sono”, ma “io non sono” (non sono Elia, non sono il Messia …) e indicava l’unico Maestro venuto a rivelarci lo straordinario destino di gloria che ci aspetta dando il vero senso alla nostra vita. “Noi di tanto in tanto sperimentiamo di essere eterni” diceva già Seneca nel I° secolo av C. Ogni tanto, a sprazzi, sentiamo anche noi che “l’uomo supera l’uomo” (Pascal), ma abbiamo bisogno di sentirlo in modo costante perché noi – a differenza degli animali – non abbiamo solo il problema del vivere, ma quello di dare un senso alla nostra vita.

Dio può solo scendere

Nel Benedictus, viene annunciata l’ora della remissione dei peccati e della misericordia. E’ la prima volta che il concetto di misericordia compare nel Nuovo Testamento e DIO riconferma così, l’alleanza fatta al suo popolo, nonostante Israele l’abbia infranta più volte. E Israele siamo tutti noi. Noi siamo infedeli, ma DIO è fedele. La sua parola è promessa e promessa mantenuta per i secoli eterni. Anche se una madre si dimenticasse del proprio figlio, Dio non dimenticherà mai i suoi figli, anche se ingrati, infedeli e traditori.
Dio è l’Altissimo che viene “a visitarci dall’alto come sole che sorge”. Per venire incontro all’uomo non può che scendere, e questo abbassarsi diventa condiscendenza che ci libera dal peccato. Dio ci ha amati per primo. Il suo amore è totalmente gratuito: non ci ama perché siamo buoni e belli o perché trova in noi chissà quali qualità, ma è Lui che amandoci per primo, ci rende buoni e belli e crea in noi le belle qualità. E’ il sole che sorge, che dissipa le ombre della notte; le ombre da sole rimangono ombre. Il nostro sole splendente più di ogni stella luminosa, è il Signore Gesù che viene a distruggere le nostre tenebre e l’ombra di morte.

Il nome nuovo

Questo è il tempo della Salvezza, quello in cui il Cuore trafitto di Gesù, ci rivela la sua misericordia. Chi si affida a questa misericordia non sarà né condannato, né giudicato (“Chi crede in Me non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” Gv. 5). L’unico giudizio sarà quello di dirci – con uno sguardo colmo di amore – chi veramente siamo. Allora, dopo essere stati guardati così da Gesù, saremo veramente ciò che avremmo sempre voluto essere, perché Lui stesso realizzerà in noi questa pienezza di vita e di destino che noi, non eravamo mai riusciti a realizzare. Sarà il nostro nome nuovo che solo Lui conosce e che ci rivelerà nell’ultimo giorno.

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DOMENICA del CORPUS DOMINI

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 3 Giugno 2018 anche qui.

Mc 14, 12-16. 22-26
Dal Vangelo secondo Marco

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 03 – 09 Giugno 2018
  • Tempo Ordinario IX
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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