Commento al Vangelo del 24 Giugno 2018 – don Marco Ferrari

Attesa e nome

In questi giorni, mi ha avvicinato una ragazza della parrocchia, incinta del secondo figlio, chiedendomi un suggerimento per un nome “biblico” da dare al bambino/alla bambina che nascerà. Rachele, Rebecca, Sara, Debora, Noemi, Rut, Loide… oppure, Abramo, Isaia, Samuele, Giuseppe, Paolo, Giovanni… le possibilità sono tante! Da quello che capisco (d’altronde, non sono “padre” in senso carnale…), parte integrante dell’attesa di una nuova creatura è il pensiero sul nome.

Spesso il nome è occasione di stupore, perché inaspettato. La scelta del nome, ciascuno portatore di un significato o di un suono che piace, fa trasparire qualcosa di più: il desiderio dei genitori che la storia del nascituro germogli fin da subito nella bellezza. E che cresca nella gioia.

“Dio fa grazia!”

In questa domenica siamo di fronte ad una nascita insperata, prodigiosa: viene alla luce Giovanni, il figlio di Elisabetta e Zaccaria. La madre sterile, i genitori ormai anziani. Eppure, “Dio fa grazia”, come dice il nome stesso del nuovo nato. Certo, Giovanni è il frutto di un dono ormai non più atteso. Ma è anche l’anticipo di qualcosa più grande a cui preparerà la via. Giovanni sarà, con tutta la sua esistenza e anche con il martirio, annunciatore della venuta del Figlio di Dio, Gesù di Nazareth, Colui che, in parole e opere, mostra l’agire misericordioso del Padre. “Dio fa grazia!”: il primo annuncio di Gesù passa attraverso il nome stesso di Giovanni.

Fin da subito, fin dal momento di dare il nome a questo bambino, quante resistenze! Vicini e parenti vogliono stare fermi nel passato, seguire la tradizione famigliare. Contro tutti, Elisabetta e Giovanni ribadiscono questa verità che ha incontrato la loro vita, nel grembo e nella lingua. Tutto ciò che viene da Dio è novità! E la novità sempre vera è questa: “Dio fa grazia!”. A noi uomini dona continuamente un futuro di speranza… anche se i nostri occhi faticano a riconoscerlo, anche se le nostre labbra faticano a ringraziare.

Giardiniere e Ricamatore

Nella storia degli uomini il Signore continua a piantare i suoi germogli e instancabilmente il suo Regno continua a nascere e crescere inesorabile. Il Salmo 138 ci dice qualcosa di più: agli occhi di Dio non sono nascoste le nostre ossa; siamo ricamati dalle mani sapienti di una Madre che con pazienza ci plasma… dall’inizio alla fine. Così Giovanni, così Gesù… sono il frutto della sapiente opera del Padre che prepara il dono della sua misericordia attraverso le vicende e le storie degli uomini. Dio ha mani di Padre, forti e decise nel prendersi cura di noi; e ha grembo di madre, per farci nascere a vita nuova.

Novità e inizio di futuro

La nascita di Giovanni è un segno. “Viene uno dopo di me…”: con insistenza Giovanni “punta il dito”. In senso buono, certo: indica Lui, l’Atteso con la “A” maiuscola, Gesù, la Parola fatta carne. Un uomo annuncia un altro Uomo. L’attesa di Giovanni, vissuta da Elisabetta e Zaccaria, si apre allora ad un’altra attesa. La storia di Dio con gli uomini è tutto un nascere – è novità! – con il quale il Signore non si stanca di stupire.

Come Giovanni “cresceva e si fortificava nello spirito”, preparandosi alla venuta del Salvatore, così anche noi, siamo chiamati a stupirci sempre di nuovo: nelle macerie della nostra storia, in mezzo a tanto male e sofferenza e nell’aridità delle nostre vite, Dio non si stanca di mettere al mondo vita; i suoi germogli spuntano inesorabili; ci è donata continuamente speranza.

Fonte

A cura di…

don Marco Ferrari
Nato nel 1991 e prete nella diocesi di Vicenza dal 2016. Viene descritto dagli amici come un ragazzo disponibile e capace di ascoltare, innamorato di Gesù e del suo vangelo; da tutti è riconosciuto come un attento interprete degli insegnamenti della Chiesa. Da settembre 2016 è vicario parrocchiale in quattro parrocchie della città di Valdagno (VI).

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

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Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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