Commento al Vangelo del 24 Giugno 2018 – Don Francesco Cristofaro

Natività di Giovanni il Battista:

“Che sarà mai questo bambino?”

Prima Lettura – Is 49, 1-6

Dal libro del profeta Isaia

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

Pensiero.

Oggi la Chiesa ricorda la Natività di San Giovanni Battista. Una festa così importante che viene celebrata anche nel giorno di domenica. Solo di Gesù e di Maria si celebra la nascita terrena. Gesù del Battista ha detto: “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista” (Mt 11,11).  La sua missione fu quella di preparare la strada alla venuta del Messia. Invitava tutti al pentimento e al battesimo di conversione. Fu ucciso decapitato. Il cristiano invece deve testimoniare che in Cristo tutte le profezie si sono compiute e che è Lui il Messia del Signore. È giusto che si ricordi che la missione cristiana è un comando, un vero comandamento. Se il cristiano disobbedisce, trasgredisce un Comandamento del suo Maestro. Si pone fuori della divina volontà. Esce dalla verità dello Spirito Santo. Il cristiano non è dagli umori del mondo. Lui è solo dal Comandamento di Cristo. Questa verità mai dovrà essere dimenticata. O veri missionari, o grandi disobbedienti.

Seconda Lettura At 13, 22-26

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, [nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia,] Paolo diceva: «Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».

Pensiero

«A noi è stata mandata la parola di questa salvezza».  Dopo aver riferito la testimonianza di Giovanni il Battista, Paolo passa all’applicazione del suo annunzio. Gesù non è venuto per gli altri, è venuto per loro, per loro che sono figli di Abramo, per loro che sono i custodi delle promesse di Dio, per loro che da secoli attendono il compimento della Parola che il Signore rivolse a Davide, uomo secondo il suo cuore.

Se la Parola di salvezza è stata mandata per loro, è giusto e doveroso che essa venga accolta e che si cominci a pensare al loro stato religioso partendo proprio dal compimento della Parola di Dio detta a Davide e che si è adempiuta in Gesù. Questa parola è per la nostra salvezza ma la nostra salvezza sta proprio in questa parola accolta e vissuta.

Vangelo   Lc 1 57-66. 80

Dal vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Pensiero.

Elisabetta era sterile ed anziana come anziano era Zaccaria. Non avevano figli ma erano timorati di Dio e a lui fedeli. Il Signore premia questa fedeltà e promette il dono di un figlio. Zaccaria dubita, si chiede. Rimane muto per tutto il tempo della gestazione. Di Dio ci si fida anche aldilà dell’umanamente incomprensibile. Le sue vie non sono le nostre e i suoi disegni, spesso non corrispondono ai nostri progetti. Nasce Giovanni il Battista. I fatti che accompagnano questa nascita sono così prodigiosi da vedere in questo bambino la presenza del Signore. Se Dio è già con lui, come ne vorrà fare domani? La straordinarietà della nascita è straordinarietà della vita. Il cristiano è obbligato a mostrare visibilmente ad ogni uomo tutta la potenza dello Spirito Santo che è stato versato nel suo cuore. La visibilità è necessaria perché lo Spirito spinga altri cuori ad accostarsi a lui perché per suo tramite siano date a Gesù.

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